Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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L’amore di Cristo ci sospinge

Ogni mese circa, come sacerdoti della fraternità (gruppo di parrocchie vicine) viviamo una mattinata di ritiro, un sacerdote propone una meditazione seguita dall’adorazione eucaristica.

Nelle scorse settimane la meditazione si è sviluppata su due versetti della seconda lettera di Paolo ai Corinti.

“Noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi”.

C’è una sproporzione evidente tra il tesoro e la creta che lo custodisce. Come sacerdoti, ci diceva il predicatore, siamo fragili, siamo attualmente messi alla prova, eppure siamo chiamati a riconoscere la nostra vocazione: annunciare il tesoro del Vangelo, amministrare il tesoro dei Sacramenti e consegnare il tesoro della carità.

Sfidando la tentazione di credere che il tesoro siano le nostre capacità, dobbiamo ammettere che il Signore sa trarre la vita anche dalle nostre fragilità e perfino dal nostro peccato.

L’esercizio dell’esame della coscienza deve aiutarmi a distinguere la fragilità insita nella croce dalla fragilità che dipende invece dalle nostre inadempienze o dal nostro carattere infelice.

La seconda espressione, altrettanto forte di Paolo dice: l’amore del Cristo ci spinge.

Veniva precisato che questo versetto di Paolo apparentemente semplice è invece dì difficile traduzione per i suoi molteplici possibili significati. Il verbo greco SUNEXO è tradotto sospingere ma può anche significare possedere, fare stare insieme, stringere e costringere, abbracciare…

Cosa ci muove come singoli e come chiesa? Cosa ispira le nostre scelte? Cosa determina le nostre priorità? Cosa ci fa essere perseveranti e ci dà forza di non mollare malgrado tutto? Cosa ci porta a seguire autentici desideri di cambiamento?

Per rispondere a tutte queste domande San Paolo non avrebbe avuto nessun dubbio: l’amore di Cristo.

Ma cosa significa “l’amore di Cristo”? Può voler dire l’amore che Gesù ha per noi, che è una fonte inesauribile di energia, ma può anche voler dire l’amore che io ho per Gesù, che mi fa essere motivato a tutto e mi rende disponile a pagare di persona il prezzo di ogni sacrificio.

Se invece a tutte le domande di cui sopra io ho altre risposte devo compiere un discernimento severo. Perché se e a spingermi in avanti è la mia ostinazione o il mio autocompiacimento, o l’immagine gloriosa di una chiesa che non c’è più o eventuali sogni di gloria, allora con tutta onestà devo ammettere la mia lontananza dallo spirito giusto.

Don Roberto

 

 



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