Quando si giunge ad Amalfi, un po’ nascosta, sotto un portichetto di passaggio pedonale, c’è una targa che attira l’attenzione del turista.
La targa riporta una citazione di Renato Fucini un simpatico poeta del secolo scorso, noto anche come Neri Tanfucio, anagramma del suo nome. La targa dice: dice: “Nel giorno del giudizio, per gli amalfitani che andranno in paradiso, sarà un giorno come tutti gli altri”.
Siamo nel bellissimo contesto della costiera amalfitana, uno dei luoghi maggiormente visitati del nostro Bel Paese.
Amalfi è il principale centro della costiera, un comune di appena 4 mila abitanti ma dal passato glorioso per essere stata repubblica marinara nell’alto medioevo, oggi patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
Il poeta Fucini visitò Amalfi nel 1877, dopo aver visitato Napoli dalla quale fuggì con una cattiva impressione per il disordine ed il “sudiciume”.
Giunto ad Amalfi la definì la definì immediatamente “un paradiso” e scrisse questo verso inciso nella targa.
Mi colpiscono sempre queste parole. Prima di tutto perché si parla di paradiso e ogni volta che succede ci si ricorda che qui noi siamo di passaggio. Poi c’è molto realismo, quando si si afferma che ci sarà qualcuno che ci andrà in paradiso, sottintendendo che altri invece no.
Ma la cosa più interessante è la fortuna che hanno gli amalfitani che già hanno conosciuto il paradiso. La domanda sorge spontanea: cosa rende un determinato luogo un paradiso?
Se Camus poteva, non senza ragione, affermare che l’inferno siamo noi, io potrei, con altrettanta ragione, dire che il paradiso siamo noi.
La cittadina di Amalfi è realmente molto bella, il mare, la costa, i monti, le case, le piazzette, la cattedrale… ma se la gente non si vuole bene, anche Amalfi smette subito di essere un paradiso.
Dalmine non ha né mare né monti né cattedrali né piazze, non ha nulla che possa attirare l’attenzione dei turisti. Ma se i dalminesi si vogliono bene quella targa potrebbe valere anche per noi: nel giorno del giudizio, per i dalminesi che andranno in paradiso, sarà un giorno come tutti gli altri… a rendere paradiso un luogo sono le persone e le relazioni che tra loro possono costruire. Del resto bene diceva un caro sacerdote nel suo testamento: ho tanta voglia di vedere il Signore, di incontrarlo e sono curioso di vedere cosa saprà darmi di più di quanto mi ha già dato in questa vita.
Dentro una casa può esserci un inferno o un paradiso ma di certo non dipende né dalle mura né dal giardino né dal panorama.
Don Roberto
Pubblicato il 1 Febbraio 2025
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Storie di fede e Riflessioni