Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

il sito web della comunità parrocchiale San Giuseppe di Dalmine

LGBTQ+

In uno dei nostri consueti incontri di formazione con i preti della fraternità ci siamo soffermarti nel confronto sul tema: l’atteggiamento della chiesa nei confronti del mondo LGBTQ+.

I sacerdoti della fraternità sono i sacerdoti delle 7 parrocchie di Dalmine, di Osio Sotto, Osio Sopra e di Levate. Un paio di volte al mese ci incontriamo invitando qualcuno che ci presenti una traccia di riflessione seguita da una conversazione tra noi.

Nell’ultimo incontro abbiamo invitato don Giorgio Antonioli, direttore dell’Ufficio diocesano della Pastorale familiare.

Il tema è uno di quelli belli tosti. Si chiamano incontri di formazione permanente perché sono occasioni nelle quali la “forma” di ciascuno di noi sia sempre più modellata sul progetto evangelico con una fedeltà di fondo alla cultura storica in cui viviamo. Proprio per questo il tema è uno di quelli belli tosti, perché la cultura storica del nostro tempo è radicalmente cambiata e ci chiede di riformulare i criteri etici del nostro giudizio.

L’incontro è durato due ore e provo a riassumere in sintesi i passaggi che maggiormente mi hanno colpito.

L’ampia premessa è stata si è sviluppata sul tema dello sguardo misericordioso che la chiesa deve assumere nei confronti di ogni persona, in particolare per le persone LGBTQ+, uno sguardo libero dalla tentazione di giudicare, consapevoli che come dice il Vangelo, là dove abbonda il peccato sovrabbonda la Grazia. Il perdono annunciato e celebrato consiste per la chiesa nel trattare le persone come Dio ci tratta, tutti e indistintamente. Sono stati citati, in questa prima fase, i documenti del pontificato di Francesco: Evageli Gaudium e Amoris Laetitia.

La conversazione ci ha condotti a condividere il desiderio di stabilire alcuni equilibri. Il primo l’equilibrio è tra queste due affermazioni, apparentemente in contrasto: la morale cristiana è uguale per tutti! E: la morale cristiana non è uguale per tutti! Cioè: ci sono le indicazioni universali, che valgono per tutti ma poi le valutazioni morali devono riguardare i casi specifici di ognuno. Il secondo equilibrio è tra l’esercizio del discernimento e l’osservanza delle norme, questo equilibrio noi sacerdoti lo ricerchiamo soprattutto nel dialogo personale e nel confessionale, un dialogo che deve considerare la verità e la carità nello stesso tempo, e questo è il terzo equilibrio, perché le nostre parole non assomiglino alle pietre, taglienti come giudizi senza misericordia, perché le questioni non siano enfatizzate ma nemmeno banalizzate.

In conclusione sono stati evidenziati gli sforzi che la chiesa, a livello diocesano e come chiesa della regione Lombardia, sta facendo.

Innanzitutto è stata costituita una commissione apposita, all’interno della pastorale della famiglia, quindi è stato attivato un servizio di primo ascolto per persone con orientamento omosessuale o più in generale LGBTQ+ che desiderano esprimere domande, richieste o suggerimento; questo servizio è offerto anche ai genitori. Infine è stato redatto un documento intitolato “Primi passi” che contiene riflessioni e proposte per una pastorale con le persone LGBTQ+ e le loro famiglie, documento redatto a cura della Consulta Regionale Lombarda. Sul sito ufficiale della Diocesi di Bergamo è possibile consultare ogni proposta e documento.

Cosa desidera più di tutto un omosessuale? Desidera, esattamente come ogni persona, che gli si voglia bene. Questo al di là di tutto riassume la missione della chiesa, questo in definitiva il riassunto ed il senso del nostro incontro.

Don Roberto



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