Come va? Prova a fare questa domanda a chi incontri. Nella maggior parte dei casi ti sentirai rispondere: sono stanco, sono stanca.
La vita è pesante per tutti. C’è una stanchezza che come una coltre pesante avvolge la nostra esistenza. Una stanchezza che pare sfiancare anche i più giovani.
Sentite che bella questa breve poesia di Alda Merini.
Ho bisogno di alleggerire le spalle,
perché è da troppo tempo
che sono cariche di pesi che non ho voluto, non ho chiesto.
E poi ci sono sotto le mie ali, ci sono io…
che ho bisogno di volare.
La stanchezza è causata dai pesi che dobbiamo portare e che sovrastano le nostre ali. Come non pensare al gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach oppresso dalle vicende che lo costringono a rimanere sottomesso a tradizioni insopportabili, oppure alla famosa favola di Anthony De Mello dell’aquila che non vola perché si crede una gallina, oppure.
Tanti sono i pesi che gravano sulle nostre spalle e che paralizzano le nostre ali. Alcuni sono pesi voluti da noi stessi, altri imposti dalle circostanze che non dipendono da noi. Come liberarsi dei pesi che ci opprimono? Può aiutarci questa riflessione di sant’Agostino: Sempre ti dispiaccia ciò che sei, se vuoi arrivare a ciò che non sei. Infatti, quando ti ritieni soddisfatto, allora ti sei fermato. Se dici: “Basta”, sei perduto. Avanza sempre, cammina sempre: non fermarti, non tornare indietro, non smarrirti. Chi non progredisce si ferma, chi si volge là donde era partito retrocede; chi vien meno si smarrisce. Cammina meglio uno zoppo sulla retta via, che un atleta fuori strada.
Lo scorso 24 novembre, nella Festa di Cristo re è stata celebrata la Giornata Mondiale dei Giovani. Il titolo scelto dal Papa si riferisce ad un versetto biblico del profeta Isaia che dice: “Quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi”. Nel commento a queste parole il nostro Vescovo ha proposto questa risonanza: “Camminare stanca ed è innegabile. Quindi perché chi spera nel Signore non si stanca? Siamo stanchi per il cammino compiuto, ma non siamo stanchi di intraprenderne di nuovi. Anche queste energie, però, hanno bisogno di essere alimentate e queste si ricaricano grazie a Dio che si fa dono. Dio è dono, tutto ciò che riconoscete come dono è Dio. Anche nel buio della vita, c’è una scintilla che può raccontare e dare forza alla nostra speranza in Lui. Occorre perseverare nel desiderio non solo per raggiungere i traguardi perché quel desiderio non mi basterà mai e sarà sempre più grande, come infinito è Dio”.
Ecco dunque il segreto per non stancarsi mai: sperare nel Signore e confidare nel suo aiuto.
Don Roberto
Pubblicato il 18 Gennaio 2025
in
Storie di fede e Riflessioni