Quando termina un anno e ne comincia uno nuovo si realizza in grande ciò che avviene in miniatura al termine di ogni giorno nell’attesa di un’alba nuova.
La Liturgia delle Ore, cioè la preghiera del breviario dei preti che fortunatamente sta sempre più diventando anche la preghiera dei laici, si conclude con la preghiera prima di coricarsi, la preghiera di Compieta. Come dice la parola stessa è il momento in cui si da compimento alla giornata vissuta prima di andare a dormire.
Ogni sera la preghiera della Compieta inizia con l’esame di coscienza nel quale sostanzialmente si rivede alla “moviola” la giornata con il filtro della gratitudine e si promette un impegno maggiore per il giorno successivo.
Io prego abitualmente la Compieta da solo, nella mia stanza. Nei monasteri, penso sia la preghiera più suggestiva, si prega al buio, con la sola flebile luce di una candela.
La Compieta più che chiudere compie, porta a compimento. Sono molte le allusioni di questa preghiera alla morte, che non sarà una conclusione, ma un compimento, letteralmente portare a pienezza.
In questa stagione nei monasteri la compieta si celebra alle 17 perché in questa stagione alle 17 cala il sole e si fa buio. Anche questa è una lezione grande dei monaci: ubbidire alle leggi della natura. Noi alle 17 solitamente facciamo la merenda, alle 20 la cena e poi per la serata abbiamo sempre molte opportunità e ci corichiamo a notte inoltrata. I monaci alle 2 di notte si svegliano e pregano. Per cui alle 18 si coricano.
Anche il buio richiama la morte ed il suo mistero oscuro. C’è la piccola luce della candela, che fin dal nostro battesimo rappresenta la fede: esile perché basterebbe un leggero soffio per spegnerla ma nello stesso tempo fortissima perché sarebbe sufficiente per far divampare un incendio. I discepoli di Gesù affrontano il buio con la piccola luce della fede. Infine dopo la compieta ci si stende, ci si corica, adagiandosi sul letto in posizione orizzontale, esattamente come saremo quando moriremo nella bara. Ma l’ultimo pensiero, quando siamo stesi è proprio la speranza di risvegliarci all’alba del nuovo giorno.
Al termine della Compieta i monaci si portano ai piedi della statua della Madonna e cantano la preghiera di affidamento alla Vergine. Quindi in silenzio l’abate asperge il capo di ogni monaco con l’acqua benedetta.
La preghiera della Compieta mi richiama il rito del Capodanno.
Un anno si compie e lo affidiamo nel bene e nel male alla misericordia del Signore. Un anno nuovo arriva e lo accogliamo con il proposito di infondere impegno rinnovato nel compimento del nostro dovere.
Don Roberto
Pubblicato il 28 Dicembre 2024
in
Storie di fede e Riflessioni