Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Non è pesante!

Questa è una fotografia a dir poco sconvolgente ma che nasconde una grande lezione di vita. È un’immagine del 1945 e rappresenta un ragazzo giapponese che durante la seconda guerra mondiale sta aspettando il suo turno per far cremare il corpo morto del fratellino. Il fotografo che ha scattato la foto ha affermato di aver visto il ragazzo con la bocca sanguinante a forza di mordersi le labbra per non piangere.

La guardia che svolgeva l’impietoso gesto della cremazione gli diceva: metti a terra il carico che porti sulla schiena fino a quando toccherà a lui ad essere cremato così non ti stanchi che è pesante per te.

E il ragazzo gli dice: Quello che porto non è pesante, è mio fratello! Ha continuato ad aspettare con il fratello sulle spalle fino a quando non è arrivato il suo turno, ha consegnato il fratello, si è voltato e se n’è andato.

Questa storia è davvero una grande lezione, un esempio di forza d‘animo anche in momento molto difficili. Una lezione che potrebbe essere così riassunta: ricordati che colui o colei che hai sulle spalle e che devi “sopportare”, è tuo fratello, tua sorella, tuo padre, tua madre, tuo figlio o figlia… e se Dio ti mette qualcuno sulle spalle è perché tu puoi, riesci a portarlo, fino in fondo. Sii forte e non abbandonare mai chi hai sulle spalle.

Dice san Paolo scrivendo alla comunità di Colossi: “Sopportatevi a vicenda e perdonatevi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi”.

Sopportare non vuol dire tollerare con rassegnazione l’altro, ma portarlo sulla schiena, portarlo stando sotto. L’altro non è un peso, perché è mio fratello.

La vera fraternità consiste nello sperimentare che il mio fratello non pesa. Questa del ragazzo giapponese è una storia tragica perché il bambino è morto. Noi siamo chiamati a portare il nostro fratello vivo. A volte sono io che lo “supporto” e a volte toccherà a lui. La fraternità è un esercizio di parità. Se fosse dispari, se toccasse solo e sempre a qualcuno supportare l’altro, allora si potrebbe parlare di patologia. E se c’è disparità da una parte c’è di sicuro tristezza. Invece la fraternità vera è sempre fonte di gioia, come dice il salmo: Come è bello e come è dolce che i fratelli vivano insieme. In troppe famiglie invece, la vita fraterna è un inferno. Bisognerà pure che si cominci da qualche parte ad essere eroici come questo ragazzo

Don Roberto

 



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