Stavo visitando un oratorio della nostra diocesi recentemente ristrutturato. Il parroco è un amico. Entro nella sala del bar e nella parete centrale vedo questo dipinto.
Intanto sono sorpreso per come sia stato ben realizzato. È la creazione di Adamo dipinto da Michelangelo nel cuore della volta della cappella Sistina. Chi l’ha rappresentato è stato proprio bravo. Al primo colpo non mi ero reso conto del particolare incriminato tant’è che ho pensato che è proprio una bella idea dipingere la creazione nella sala centrale dell’oratorio. Avvicinandomi vedo il centro del dipinto: là dove Michelangelo con un gesto tenero e solenne aveva alluso al contatto tra il dito di Dio e il dito di Adamo, la copia, rasentando la blasfemia, pone in mano ai protagonisti una bottiglia di birra nell’audace gesto di un brindisi dissacrante.
Non essendo a priori un bacchettone mi scappa un sorriso, come di fronte ad una barzelletta. Tornando a casa ci ripenso e mi faccio alcune domande: Perché? Perché il quale sala? Cosa si voleva dire? Come è possibile aver dato all’autore il placet di ripresentare così il capolavoro di Michelangelo?
È molto facile, soprattutto oggi sui social, imbattersi in immagini che dissacrano. Ricordo una volta di aver visto un presepio nel quale al posto delle statuine c’erano i prodotti del consumismo. Se è per fare una risata va bene tutto. Ma perché esibire in maniera così plateale il consumo di alcol nella sala centrale dell’oratorio, presumo la più frequentata?
Siamo talmente abituati a consumare immagini che anche quando veicolano contenuti contrastanti crediamo non possano influenzarci. Penso invece che piano piano ci rovinano. Non è tutta buona l’aria che respiriamo. I ragazzi di quell’oratorio quando andranno a Roma a vedere la Cappella Sistina anziché pensare al contatto d’amore con cui Dio ci ha creati penseranno alla birra. E quando saranno all’oratorio si sentiranno autorizzati a consumare bellamente l’alcol.
So bene che ci sono cose ben più gravi di queste. Per carità. Cosa vuoi che sia una risata e una birretta? Ma quando penso all’effetto dannoso che producono le immagini sulla nostra mente, quando penso alle ore che si passa in generale a consumare immagini sui social, quando penso alla pornografia, quando penso alla dissacrazione spudorata delle realtà più preziose della nostra vita, allora bisogna concludere che ci troviamo nel bel mezzo di una distillante e progressiva distruzione del bello, del buono e del vero. Che poi siano proprio i nostri ambiente ecclesiali a promuovere questo annichilimento è proprio un peccato.
Don Roberto
Pubblicato il 13 Ottobre 2024
in
Storie di fede e Riflessioni
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