Ho vissuto un mese lontano da Dalmine: il campo estivo con gli adolescenti a Sestri, una vacanza con i giovani a Limone del Garda, ospiti nella casa di san Daniele Comboni e una decina di giorni negli Sati Uniti nel New Mexico e precisamente nella città di Santa Fe.
Prima di tutto mi vien da dire che dovrò rendere conto al Signore per il buon tempo che ho avuto in questo… tempo buono. In secondo luogo devo affermare che il lusso di poter viaggiare è anche una grandissima opportunità: si imparano molte cose, si entra in contatto con culture e mentalità completamente diverse dalle nostre, si conoscono modi nuovi di risolvere i problemi e di vivere la quotidianità. Se poi si ha la fortuna di condividere l’esperienza del viaggio con qualcuno questo è sicuramente il valore aggiunto di ogni esperienza.
A Sestri ho imparato a mettermi in ascolto degli adolescenti, del loro slancio affettivo e della sofferenza che segna anche la loro giovane vita. A Limone ho imparato dai giovani il buon gusto nell’abitare la natura, la necessità di riposare e la serenità nel condividere anche le piccole cose e dai padri comboniani la bellezza della vita comunitaria con la capacità di trasformare le diversità in ricchezza.
In America ho imparato un’America completamente diversa dall’immagine che abbiamo in testa noi europei, una terra intrisa di storia degli americani nativi, gli indiani, una terra lenta, quasi indolente, la cui energia non è nel caos e nella tecnica, ma nel silenzio e nella calma.
In queste settimane, devo confessare, mi è molto mancata la comunità parrocchiale, in particolare la dimensione della vita ordinaria, le celebrazioni, gli incontri, l’oratorio. È vero che Dalmine nel mese di agosto è abbastanza deserta, ma ho proprio avvertito il desiderio di ritornare.
Il mese di settembre ha un sapore del tutto particolare perché è il mese delle riprese. Tutto ricomincia da capo con il carico di attese e speranze. Ci sentiamo come i bambini che incominciano per la prima volta ad andare a scuola o che cambiano scuola. Ci sentiamo come chi cambia lavoro e aspetta di mettersi alla prova in un nuovo ambiente.
Anche la vita comunitaria della parrocchia è un po’ così. È necessario trovare nuove energie nel tracciare i percorsi nei quali addentrarci, nuove energie per sostenere le diverse opere parrocchiali e nel far funzionare i servizi che la parrocchia e l’oratorio offrono.
È necessario soprattutto avere nel cuore il desiderio di riallacciare relazioni di fraternità e di amicizia. Che il nuovo anno ci faccia ripartire con tutto ciò che ciascuno di noi ha imparato e condiviso nel prezioso tempo dell’estate.
Don Roberto
Pubblicato il 31 Agosto 2024
in
Storie di fede e Riflessioni