Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Com’è profondo il mare

Com’è profondo il mare. L’esperienza del campo estivo degli adolescenti parte da questo passaggio della canzone di Lucio Dalla.

Andiamo al mare ed è ovvio che il tema lo suggerisca proprio il mare. Con gli educatori ci siam chiesti: Di cosa hanno bisogno secondo noi i nostri ragazzi? La risposta unanime: han bisogno di alzare un po’ di livello l’asticella della qualità esistenziale della vita. Come riuscire a farlo? Scendendo nel profondo di se. Come è profondo il mare, come siamo profondi noi, se vogliamo.

Ci sono due esperienze che tutti gli adolescenti vivono, chi poco chi tanto, chi prima chi dopo: l’esperienza di innamorarsi e quella di soffrire. Riprendendo un passaggio di un romanzo di D’Avenia, “Bianca come il latte, rossa come il sangue”, l’autore giunge ad affermare che proprio il saper vivere profondamente queste due esperienze e rileggendole, gli adolescenti possono incontrare Dio.

L’amore e la sofferenza sono come il mare.

Partendo da qui abbiamo proposto ai ragazzi un percorso per indagare questa analogia.

Il mare è fonte di vita, è un caos che fa paura, per navigarlo c’è bisogno di punti luminosi di riferimento, è promettente per chi lo pesca, richiede prudenza e fiducia, è fonte di ispirazione poetica. Così l’amore. Così il dolore.

Ogni giorno della settimana abbiamo loro proposto delle attività formative che li aiutassero a scendere nel profondo e a confrontarsi.

E poi giochi, gite, turni di lavoro per cucinare ottimi pasti…

Tutto ha concorso a vivere una settimana che si aggiungerà sicuramente nell’album dei ricordi preziosi della crescita di questi giovani.

Non sono mancati ovviamente momenti critici, litigi, fraintendimenti, cali di tensione, furbizie e scorrettezze. Ma tutto fa parte del gioco e questi giorni ci aiutano ancor più a conoscerci e a volerci bene.

Un’esperienza interessante è stata l’ascolto della testimonianza di don Roberto Fiscer, uno dei sacerdoti più attivi sui social che riesce a raggiungere molti giovani in maniera allegra ma profonda.

Il campo estivo è terminato con la consueta celebrazione eucaristica in riva al mare, celebrazione nella quale i coordinatori ci hanno aiutato a rileggere la settimana a partire dalla gratitudine.

È stata una settimana molto intensa nella quale, di proposito, sono stati ridotti quasi a zero i tempi morti e nella quale l’obiettivo principale era di vivere tutte le proposte insieme, con un vero spirito comunitario.

Mi pare anche importante sottolineare che la totalità di questi ragazzi si è reso generosamente disponibile a seguire i ragazzi del Cre, per più di cinque settimane, un impegno che ha misurato negli adolescenti la loro capacità di donarsi.

Credo, e concludo, che sbagliamo, io per primo, quando ci fermiamo alla superficie nella valutazione di questa generazione perché se abbiamo la pazienza di accompagnarli questi ragazzi possono davvero stupirci.

Don Roberto

 



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