Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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La speranza non delude

Nella domenica dell’Ascensione, il 9 Maggio scorso, Papa Francesco ha consegnato la Bolla di indizione del Giubileo che celebreremo nel 2025.

Avremo modo di riflettere nei prossimi mesi sull’importanza di questo evento, per la Chiesa e per il mondo. Intanto vorrei soffermarmi sul titolo della Bolla: “Spes non confundit”, espressione che troviamo nelle lettere di san Paolo, la speranza non delude (Romani 5,5).

All’inizio del testo dice Papa Francesco: possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza. Questo è il primo obiettivo dichiarato: rianimare la speranza, affinché tutti i pellegrini che giungeranno a Roma, o tutti i fedeli che vivranno il Giubileo nelle proprie Parrocchie o Diocesi, percepiscano il desiderio di riaccendere la speranza. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene. La Chiesa è chiamata, in ogni angolo del mondo, ad essere portatrice di nuova speranza.

Nel titolo della Bolla sento risuonare le parole di Peguy, nel famoso poema “Il portico del mistero”: La fede non mi stupisce Non è stupefacente Risplendo talmente nella mia creazione. Nel sole e nella luna e nelle stelle. In tutte le mie creature… La carità va da sé. Per amare il prossimo c’è solo da lasciarsi andare, c’è solo da guardare una simile desolazione. Per non amare il prossimo bisognerebbe farsi violenza, torturarsi, tormentarsi, contrariarsi. Irrigidirsi. Farsi male. Snaturarsi, prendersi a rovescio, mettersi a rovescio. Riprendersi. La carità è tutta naturale, tutta zampillante, tutta semplice, tutta alla buona. E’ il primo movimento del cuore. E’ il primo movimento che è quello buono. La carità è una madre e una sorella… Ma la speranza, dice Dio, ecco quello che mi stupisce.

“Spes non confundit” si snoda quindi nel mettere in evidenza che deve essere data assoluta priorità al legame tra questo annuncio e tutti i segni che saranno proposti nel Giubileo. Nel centro della Bolla c’è un corposo elenco di “Segni di speranza” e di appelli. Questo elenco prefigura lo schema delle proposte giubilari: la pace, la trasmissione della vita, i detenuti, no alla pena di morte, il rispetto per il creato, il condono dei debiti, l’unità dei cristiani.

L’ultimo considerazione sulla quale si sofferma la Bolla è relativa al tema della salvezza e della vita eterna come ultimo orizzonte della speranza. La Chiesa, dice il Papa, ha molto insistito in questi tempi sulla fede e sulla carità con il rischio di perdere l’orizzonte ultimo della salvezza. “In virtù della speranza nella quale siamo stati salvati, guardando al tempo che scorre, abbiamo la certezza che la storia dell’umanità e quella di ciascuno di noi non corrono verso un punto cieco o un baratro oscuro, ma sono orientate all’incontro con il Signore della gloria. Viviamo dunque nell’attesa del suo ritorno e nella speranza di vivere per sempre in Lui”. Disponiamoci a vivere personalmente ed insieme l’anno giubilare come il dono della nuova speranza che il Signore vuole donare al mondo, attraverso di noi.

Don Roberto

 



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