Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Mira il tuo popolo

C’è un canto mariano che quando ero piccolo lo sentivo cantare in chiesa mi suonava un po’ strano. “Mira il tuo popolo”. Mi immaginavo la Madonna che, chiudendo un occhio, prendeva la mira sul popolo. Crescendo ho appreso che il verbo “mira” in spagnolo significa guardare con attenzione, osservare, ammirare ed anche ragionare, considerare. Ci sono due vocaboli che derivano da questa radice: miracolo e meraviglia. Il miracolo, letteralmente, è una cosa meravigliosa, è un evento straordinario che si pone al di fuori delle leggi naturali e che si deve attribuire all’azione di Dio, l’unico che può operare miracoli. Il miracolo è qualcosa di mirabile. La meraviglia è il sentimento di stupore suscitato da una cosa nuova, inattesa e straordinaria. La meraviglia, secondo Platone è la causa della sapienza, della filosofia e della religione. La meraviglia è lasciare che la bellezza riempia gli occhi, la mente e il cuore. Mi vengono in mente le parole di santa Teresa di Lisieaux quando sul suo diario annota queste parole tornando dal suo pellegrinaggio a Roma: non avevo occhi bastanti per ammirare le meraviglie della natura, dell’arte e della fede. Pare che gli uomini di oggi vivano una sorta di deficit della meraviglia. Prima di tutto perché l’uomo di oggi da un po’ tutto per scontato e poi perché tende a sostituire lo stupore con la visione tecnica della realtà: non si riesce più a guardare le cose come segni di una realtà che sta al di là di ciò che si vede e si tocca. Lo sguardo scientifico sostituisce oggi lo sguardo poetico. Affermava Pablo Neruda che meravigliarsi è saper leggere la fiaba che c’è dentro ogni cosa, è amare la vita da dentro e da fuori, reggendone il peso e la leggerezza, è guardare la vastità del mondo e la sua pienezza, è sentirne l’ispirazione fino in fondo, è godere della sua profonda bellezza. Il segreto per essere ancora capaci di meraviglia è di non essere cinici e di non perdere la gioia per le piccole cose, la compagnia fraterna degli altri, un abbraccio, un perdono, un tramonto, il sorriso dei bambini…  Mira il tuo popolo, o bella Signora, che pien di giubilo oggi t’onora. Anch’io festevole corro a’ tuoi piè; o Santa Vergine, prega per me! Chiedere a Maria di “mirare” il popolo significa sicuramente domandarle di guardare il popolo e di aiutarlo, di soccorrerlo. Ma può anche significare: Maria, ammira il tuo popolo, meravigliati, perché esso è mirabile, è un miracolo. In effetti noi, creati ad immagine di Dio, siamo dei prodigi, siamo una meraviglia.

Don Roberto

 



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