Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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La tartaruga e la vela

In un libro del liceo ho ritrovato un’immagine che quando ero giovane mi aveva molto colpito e che ora mi colpisce ancora di più. Su di un cartoncino avevo incollato il simbolo di Cosimo de’ Medici, il duca di Firenze e sotto ci avevo scritto lo slogan latino di Augusto l’Imperatore romano: “Festina lente” che tradotto in italiano suona: “Affrettati lentamente”. Cosimo l’aveva scelto questo slogan come emblema della sua flotta navale. La raffigurazione presenta una tartaruga con la vela. I romani invece accompagnavano lo slogan con un altro simbolo e sulle monete coniavano l’ancora con il delfino.

Sembrerebbe una contraddizione: o ci si affretta o si procede lentamente. Un conto è fare le cose di fretta e un conto è farle lentamente. Sembra una contraddizione tra velocità e la prudenza. In realtà l’espressione “affrettati lentamente” è un bell’invito per vivere in maniera determinata e per tessere l’elogio della lentezza.

A volte ci affrettiamo nevroticamente e consumiamo tutto ciò che ci arriva a tiro: cibo, relazioni, divertimento, emozioni. Bisognerebbe imparare a vivere con lentezza per gustare meglio ciò che mangiamo, i rapporti con le persone, il nostro tempo libero, le nostre passioni.

D’altra parte è possibile confondere la lentezza con la pigrizia. Ci si muove blandamente senza grinta, preferendo il divano e le comodità. Allora abbiamo bisogno di qualcuno che ci dia una mossa e ci dica di affrettarci.

Festina lente significa procedere con determinazione e nello stesso tempo con cautela, muoverci spediti senza indugio e insieme ponderare bene i passi da fare.

L’imperatore Augusto desiderava questa sintesi tra la velocità e la prudenza. Anche Cosimo intendeva esortare gli ammiragli a non procedere di corsa nervosamente ma ad avanzare sapientemente con lentezza.

Eric Fromm affermava: “La domanda fondamentale è: quale è lo scopo della vita? Diventare più umani o produrre di più?”. Non basta premere con forza l’acceleratore per sentirci più vivi. Non basta andare avanti rintontiti da commissioni e da scadenze per sentirci efficaci.

Per ritrovare la gioia di vivere dobbiamo riprendere un po’ di fiato e ripartire con energie nuove.

La tartaruga per sua indole è lenta e non può correre. La sveltezza e la determinazione le è data dal vento che soffia nella vela a cui la testuggine è legata. Al di là della metafora il vento per noi è lo Spirito che ci sospinge verso la meta. Affrettiamoci lentamente e spieghiamo le vele al Vento per dare una direzione consapevole alla nostra vita. Procediamo con cautela ma senza indugi.

Don Roberto



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