Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Con la faccia al muro

L’avvicinarsi della festa di San Giuseppe mi ha riportato alla memoria la figura di una grande santo profondamente devoto a San Giuseppe: Daniele Comboni, il santo missionario nato a Limone sul Garda nel 1831, apostolo della “nigrizia” che considerava la fede come l’arma più potente per restituire agli africani la loro dignità. La strategia di Comboni in sintesi si può ritrovare nel suo slogan: Rigenerare l’Africa con l’Africa.

Ordinato vescovo promosse molte opere missionarie e consapevole che avrebbe avuto bisogno di molte risorse economiche ebbe l’idea di una nomina alquanto originale per la sua congregazione: costituì san Giuseppe come economo generale della sua “impresa”.

In qualunque necessità si rivolgeva a lui, esattamente come un superiore si rivolge all’economo. Questa scelta denota la fiducia cieca che aveva per Giuseppe.

Ci fu un tempo in cui alla porta di Comboni bussavano fornitori arrabbiati per non essere stati ripagati per il loro lavoro. Non sapendo più come fare si mise a pregare San Giuseppe con una preghiera sorprendente: Giuseppe, se non mi mandate il denaro necessario vi metto con la faccia al muro. E voltò la faccia dell’Economo contro il muro, fino a quando non fosse intervenuto.

Questo non fu certo un gesto di stizza o di disprezzo. Al contrario è stato una atto di grande confidenza, di fiducia.

Poco dopo mons. Comboni ricevette la visita di un tale che gli disse: Eccellenza non mi chieda chi io sia e chi mi mandi qui. Ho soltanto da consegnarle questa busta. – Il Vescovo l’aprì e trovò il denaro necessario per pagare i suoi debiti. Quando i fornitori gli chiesero dove avesse trovato i soldi per pagare lui rispose: ci ha pensato San Giuseppe. E i fornitori: per esserle grati che ha saldato tutto il debito le lasciamo un’offerta per le sue missioni.

San Giuseppe, commentava Comboni, è un economo che non sbaglia mai.

San Daniele Comboni è un esempio di come possa il cuore dell’uomo essere pieno di amore e di fiducia in San Giuseppe, non certo per la promozione dei nostri interessi, ma per la salvezza dell’umanità e per la maggior gloria di Dio.

Questa confidenza cresca soprattutto nella nostra comunità affidata alla sua protezione. Nutriamo anche noi fiducia nell’intervento di san Giuseppe per le nostre necessità. Ma non sia una preghiera “egoistica”, attenta solo ai nostri bisogni, bensì una preghiera, come quella di Comboni, attenta alle necessità dei poveri, dei più deboli, di coloro che faticano nella vita ed hanno un grosso peso sul cuore.

Don Roberto

 



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