Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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La caccia alla volpe

Si racconta che quando i lupi cacciano la volpe in un primo momento essi si muovono liberamente nella zona nella quale normalmente si muovono le volpi. La prima fase della caccia è di lasciare che i cani possano cogliere l’odore della volpe. Quando il branco riesce a fiutare le tracce della volpe i cani cominciano a correre seguiti a ruota dai cacciatori. Tuttavia l’elemento determinante non è tanto il fiuto, quanto la vista. Infatti quando un lupo avvista la preda incomincia a correre in maniera determinata e tutti gli altri cani seguono chi ha visto la volpe. Dopo un po’ di tempo si stancano di correre e siccome la volpe si dice sia più furba dei cani riesce quasi sempre a rintanarsi in qualche rifugio. Tuttavia il lupo che l’ha vista continua a rincorrerla nella speranza di prenderla.

Da qualche decennio ci si interroga, genitori, catechisti, preti, sul fatto che immancabilmente i ragazzi che hanno ricevuto la cresima si stancano di correre e interrompono la ricerca di un qualunque cammino di fede. Continua invece a rincorrere il Signore solamente chi ha avuto l’occasione di incontrarlo, di vederlo. Tutti gli altri smettono. Forse è proprio questa la risposta ma anche la prospettiva: è necessario che i nostri ragazzi, i giovani e noi stessi, abbiamo almeno una volta visto il Signore, allora lo continueremo a cercare e a rincorrerlo. Altrimenti si corre un po’, perché vediamo gli altri a correre, ma siccome poi ci stanchiamo, allora ci fermiamo e facciamo altro.

Al Signore pare piaccia essere rincorso. Lo conferma quella bellissima immagine del Cantico del Cantici nella quale il Signore si paragona all’amata e l’uomo di fede all’amato che cerca di rincorrere la donna del suo cuore, è inebriato dalla scia di profumo che l’amata lascia dietro di se, la cerca dietro ogni angolo di strada.

Alcuni giorni fa durante un ritiro con i preti abbiamo meditato sul tragico periodo dell’esilio del popolo di Israele. A fronte del pericolo di disperare di tutto, anche della vicinanza di Dio, Lui stesso rivolge al popolo questa parola per mezzo del profeta Geremia: il futuro che io voglio donarti, o mio popolo, è un futuro colmo di speranza, un futuro nel quale voi finalmente mi cercherete con tutto il cuore e io mi lascerò trovare. Potrete cioè fare un’esperienza personale di relazione con me.

Tra pochi giorni cominciamo la quaresima che essenzialmente è un tempo favorevole per ritornare al Signore, per ascoltare la sua Parola e per pregare un po’ di più e meglio.

A tutti, e a me stesso in primo luogo, auguro di poter cercare il Signore con tutto il cuore, di rincorrerlo senza mai stancarsi, proprio come il lupo che ha visto la volpe e infonde tutte le sue forze per prenderla.

Don Roberto

 



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