Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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La luce e le palpebre

Per farmi aiutare in un incontro sul tema della luce ero alla ricerca di un dipinto che esprimesse la forza della luce mi sono imbattuto in un quadro che non conoscevo di William Turner che si trova in Inghilterra presso la galleria Tate Britain. Il dipinto è intitolato “Regolo”. Sembra un quadro astratto, una tela nella quale c’è solo la luce, una luce abbagliante che ferisce gli occhi di chi la guarda. Mi ha incuriosito il titolo “Regolo” e dopo una piccola ricerca scopro che si tratta di Attilio Regolo che è una delle figure che appartiene alla leggenda della storia in particolare alla fondazione di Roma. Fu il comandante dell’esercito romano durante la prima Guerra Punica, nel 250 circa A.C.

La leggenda di Regolo narra che il giovane fu fatto prigioniero a Cartagine e un giorno fu mandato a Roma con il compito di convincere i romani ad arrendersi. Invece Regolo giunto a Roma pronunciò un discorso nel quale esortava i romani a continuare la guerra perché conosceva la precarietà dei cartaginesi. Ciò che è più importante è che poi Regolo torna a Cartagine e per rispetto al nemico si consegna ai cartaginesi raccontando del suo discorso al senato romano.

A questo punto inizia il racconto dell’atroce morte di Regolo inflitta dai cartaginesi. Prima di tutto ad Attilio Regolo furono recise le palpebre affinché gli fosse impedito di chiudere gli occhi.

Confesso che mi è venuto un brivido: non avevo mai sentito una tortura di questo tipo.

Poi venne legato ed esposto al sole e fu accecato non potendo chiudere gli occhi ed infine fu chiuso in una botte, nella quale erano impiantati infiniti chiodi, e gettata giù da una collina. Morì in maniera spaventosa.

Mi ha impressionato la questione delle palpebre. Ho subito pensato che questo supplizio è esattamente il contrario del miracolo con il quale Gesù ha aperto gli occhi al cieco.

Ecco perché Turner dipinge un quadro dove c’è solo la luce, troppa luce che ferisce gli occhi. Così l’artista non ha bisogno di dipingere la figura di Attilio Regolo, perché il suo intento è di farci provare il dramma che Regolo ha provato prima di morire.

La luce ci è indispensabile per vedere, ma troppa luce ci accieca. Per questo motivo era proibito al popolo ebraico di vedere Dio, sarebbero stati acciecati dall’eccessiva luminosità del suo volto. Chi vede Dio muore, questa era la verità conosciuta dal popolo. Solo a Mosè era concesso di vedere il volto di Dio senza morire. Noi in Gesù abbiamo la grazia di vedere il volto di Dio, un volto trasfigurato per la sua gloria, ma anche un volto sfigurato per la sua passione.

In Gesù possiamo affermare: troppa luce ci fa vivere.

Don Roberto

 



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