In occasione della domenica della Parola, celebrata oggi dalla Chiesa, ritorno sul tema dell’ambone, l’arredo sacro dal quale si proclama la Parola di Dio. Mi è capitato lo scorso anno di visitare Gaeta, una splendida cittadina tra Napoli e Roma. Entrando nel Duomo i miei occhi sono subito stati attratti dall’ambone del tredicesimo secolo. Attualmente è solo un frammento di una scultura ben più grande. Raffigura, partendo dall’alto un’aquila impegnata nell’atto di liberare un uomo anziano e barbuto avvinghiato da un serpente e che poggia i piedi su un leone che a sua volta stringe un agnello.
Cosa può mai significare questa scultura? L’iconografia medievale rimanda alla simbologia del peccatore liberato dalla Parola.
L’aquila è un simbolo importantissimo, non solo nel cristianesimo, ma per molti popoli e culture. Fin dai romani si pensava che essa era l’unico animale a cui spetta il privilegio di volare verso il cielo e di trasportare le anime dei morti presso gli dei.
Dopo la conversione al cristianesimo dell’imperatore Costantino l’aquila divenne l’emblema dell’impero a rappresentare il trionfo del cristianesimo sul paganesimo.
Nel medioevo i cristiani “rubarono” il significato dell’aquila per traslarlo a Cristo. È Lui l’aquila che porta in paradiso le anime, è Lui che eleva l’umanità verso il cielo di Dio.
L’aquila che con i suoi artigli cerca di arpionare l’uomo per liberarlo dal peccato è perciò il Verbo, la Parola, Cristo stesso che strappa dal male l’umanità. Il serpente che stringe e lega l’uomo è una simbologia chiarissima che risale al libro della Genesi. Il serpente diventa il simbolo di Satana e di tutto il male che proviene dal diavolo.
La scelta infine di collocare ai piedi dell’uomo una scena animalesca avvalora il significato dell’intera scultura: un leone che sovrasta l’agnello. È il peccato per antonomasia, la prepotenza del forte sul debole, la violenza del potente sull’umile.
Se l’uomo non è liberato da Cristo Aquila la sua vita si avvicina sempre di più alla zoologia, al caos della giungla dove la violenza trionfa e i più forti presumono di sovrastare i più fragili.
Don Roberto
Pubblicato il 19 Gennaio 2024
in
Storie di fede e Riflessioni
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