Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Il campo invernale degli adolescenti a Vienna

La proposta di vivere alcuni giorni, tra il Natale e il Capodanno, con gli adolescenti ha riscosso un buon successo. Così con gli educatori si è deciso di visitare una città europea e la scelta è caduta sulla capitale austriaca. La prima tappa del viaggio è stata Innsbruck per una rapida visita in occasione del pranzo.

Poi due giorni per lasciarci meravigliare da una delle città più eleganti dell’Europa. La proposta formativa ha previsto alcune attività legate ai verbi natalizi: meravigliarsi e desiderare. Guidati dall’atteggiamento dei pastori e dei Magi ci siamo confrontati sulle occasioni che la vita ci offre per lasciare che i nostri occhi si riempiano della bellezza di ciò che visitiamo è soprattutto sulla bellezza delle persone che incontriamo, dei compagni di viaggio in particolare.

Essere a Vienna ti dà l’impressione di stare in una fiaba: i palazzi barocchi, le strade e i parchi imperiali, la corte e la principessa Sissi, i grandi musicisti che ci hanno vissuto, Mozart, Beethoven, Strauss, la psicanalisi di Freud, la nostalgia del tempo passato e la sorprendente armonia tra la tradizione e la modernità.

L’ultima tappa del nostro viaggio è probabilmente quella che ha maggiormente colpito i ragazzi: la visita al campo dì concentramento di Mauthausen. La nostra generazione giovanile reagisce indignandosi all’atroce esperienza della violenza con cui gli uomini hanno presunto di sopprimere altri uomini.

Nella visita la guida fa continuamente rimbalzare una domanda: come è possibile conoscere ciò che qui è avvenuto e diventare concretamente responsabili di un futuro migliore?

Al termine della visita abbiamo meditato su due espressioni. La prima di Primo Levi: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”.

La seconda di Liliana Segre: “L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa. È l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo. La memoria vale proprio come vaccino contro l’indifferenza”.

I ragazzi hanno mostrato grande sensibilità e profonda intelligenza nel condividere i loro pensieri e sentimenti.

Per il pranzo abbiamo fatto la sosta a Lienz gustando l’elegantissima piazza nel centro storico.

Siamo rientrati in tarda serata nel quarto giorno: un’ulteriore bella esperienza che l’Oratorio ha regalato agli adolescenti e ai loro formatori.

Don Roberto

 



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