Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

il sito web della comunità parrocchiale San Giuseppe di Dalmine

Credenti non praticanti

Così si intitola un saggio scritto da una teologa francese che si chiama Valerie Le Chevalier. Un testo molto interessante che analizza le “pratiche” differenti dei cristiani europei e francesi in particolare.

La tesi sostenuta nel saggio è formulata nell’introduzione e potrebbe essere riassunta in queste domande: i numerosissimi cattolici battezzati che, per diverse ragioni non praticano la domenica, possono essere considerati, nonostante tutto, dei “fedeli” e perciò essere una buona notizia?

Il piccolo resto dei praticanti come guarda i non praticanti? Come sentirsi un’unica famiglia di credenti, malgrado i modi diversi di frequentare?

L’autrice parte da un famoso articolo francese scritto nel 1933 dal sociologo religioso Le Bras. Si, avete letto bene: nel 1933!

Un testo che presenta uno schema di classificazione delle pratiche religiose. Tale schema per Le Chevalier è quanto mai attuale e rappresenta uno strumento ancora valido per l’analisi della questione.

Livello 1: i “separati”, che non sono mai appartenuti alla chiesa o che hanno rotto ogni legame con essa.

Livello 2: i “conformisti stagionali”, che vanno in chiesa unicamente per i riti di passaggio, corrispondenti alle quattro stagioni della vita: nascita, primo ragionamento, amore nuziale, morte.

Livello 3: i “praticanti irregolari”, che compaiono in chiesa per le grandi feste: Pasqua, Ascensione, Assunta, Tutti i Santi, Natale e Palme. Sono in genere “pasqualini”.

Livello 4: i “praticanti regolari”, che assistono alla messa tutte le domeniche e comunicano a Pasqua.

Livello 5: i “devoti”, che frequentano assiduamente la chiesa, comunicano spesso, fanno parte di associazioni pie.

(Da G. Le Bras, “De l’état présent de la pratique religieuse en France”, in Revue de folklore français)

Leggendo questo schema mi ritorna nella mente l’affermazione di sant’Ignazio: è meglio essere Cristiano senza dirlo che dirsi Cristiano senza esserlo.

Cioè chi può dire di essere Cristiano oggi? Chi può dire nelle sue giornate di seguire davvero il Signore Gesù?

Io penso che ciascuno in coscienza lo sappia di se stesso.

Certo essere credenti non praticanti è molto difficile. Per me la domenica non è solo il giorno del Signore, ma è anche il giorno del nutrimento e della fraternità.

Il mio non è un giudizio sui credenti non praticanti. Vuole essere solo una considerazione: a me personalmente i credenti non praticanti mi mancano.

Don Roberto

 



in Storie di fede e Riflessioni