Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Due anime nella stessa Chiesa

Vedendo la grandezza dei monasteri benedettini e la piccolezza di Lisieux ho pensato che la grazia di Dio è come l’acqua che fa crescere frutti diversi. La presenza massiccia dei monaci che oltrepassa i secoli e la via dell’infanzia che fa scomparire Teresa. La centralità dei giganti santi e il cuore missionario della ragazza del Carmelo. La Grazia è la stessa ma i frutti sono diversi.

La Chiesa è proprio bella perché l’unità e la diversità stanno insieme in armoniosa sintesi.

Nell’ellisse del viaggio europeo, pensato da Rumiz e replicato da noi, dilettanti, in visita ai monasteri, dall’ Abbazia di Wandrille, abbiamo scelto di fare una deviazione a Lisieux.

La Santa del primo ottobre chiama ad un incontro con l’anima femminile e innocente della chiesa. Se nei monasteri incontriamo uomini, a volte rudi e senza fronzoli, a Lisieux incontriamo una donna sorridente, tenera e silenziosa. La sua grande lezione si raccoglie intorno a tre aspetti. L’esperienza personale dell’amore de Signore, fare straordinariamente bene le cose ordinarie e spargere nel mondo il buon profumo di Cristo, anche se si vive raccolti nella cella di un convento.

In obbedienza a Benedetto i monaci si occupano di preghiera e di lavoro dando una testimonianza concreta di una vita bella, buona e felice. Teresa come una bambina su nasconde, gioca con Dio e inventa una santità “normale”. In ogni monastero quando muore una sorella la superiora di impegna a riassumere in una paginetta la vita della congiunta. Accadde che una sua consorella una volta si lasciò scappare questa domanda: Cosa dirà la superiora al funerale di Teresa? Per dire che nella sua vita pareva non esserci proprio nulla di significante.

Allora Teresa porge alla Badessa un quadernetto, destinato a fare il giro del mondo, il suo diario, storia di un’anima, capace di suscitare infinite conversioni.

San Benedetto ha saputo inventare una forma di santità che ininterrottamente per 15 secoli ha irradiato luce nelle chiesa e nella società. La sua regola è per uomini forti, ma nello stesso tempo è molto attenta alla fragilità umana. Benedetto vuole guidare i suoi figli in un cammino difficile ed è consapevole che l’uomo è perennemente combattuto ed è fragile.

Benedetto e i suoi figli lasciano un solco profondo per una rocciosa presenza ultra secolare nella chiesa e nel mondo. Teresa svanisce nell’insignificanza.

Benedetto vuole che i suoi monaci vivano una profonda unità tra l’incontro con Dio e l’impegno concreto per gli uomini, tra il tempo dato alla preghiera e il tempo dato al servizio. Il monaco vive sotto lo sguardo di Dio e si lascia purificare ogni giorno nell’ascolto della Parola di Dio.

Teresina vive nella Francia dell’Ottocento, vive nel primo paese d’Europa nel quale comincia a diffondersi la convinzione di poter fare a meno di Dio, di poter vivere come se Egli non esistesse. Teresina ricorda con la sua testimonianza silenziosa ed ordinaria che il senso della vita è proprio quello di conoscere e amare Dio.

Benedetto e Teresa, due anime complementari della stessa chiesa che testimonia l’unico precetto dell’amore. Due metà dell’unico intero.

Don Roberto

 



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