Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Che bello il CRE!

Sono già passate due settimane, anzi sono volate. La compresenza di bambini, adolescenti e adulti è proprio un bel panorama da vedere e da contemplare. Magari non sempre tutto va come ci aspettavamo, tuttavia  è sempre possibile riaggiustare tutto perché quando ci si conosce e si sta insieme si impara a prendersi cura gli uni degli altri.

Proprio quello della cura è il tema che racchiude gli obiettivi educativi del CRE di quest’anno e che dà forma alle diverse proposte.

Ogni giorno del CRE si conclude con un momento di raccoglimento, di riflessione e di preghiera.

Tra canti e preghiere viene ascoltato un brano del Vangelo in cui emerge lo stile di Gesù che si prende cura degli altri. Il Vangelo viene poi fatto risuonare con alcuni racconti. Tra questi racconti ce ne sono due che mi hanno particolarmente colpito. Il primo si intitola “Il bambino e l’abbraccio” e dice: il bambino chiese alla mamma: “Mamma, secondo te, Dio esiste?” “Si!” rispose la mamma. “Com’è?” domandò il bambino. La donna attirò il figlio a sé… Lo abbracciò forte e gli disse: “Dio è così!” – “Ho capito!” esclamò il bambino.

Non ci vogliono molte parole per mostrare l’esistenza di Dio. Ci vuole un solo gesto, un forte abbraccio. L’amore che circola negli abbracci è la testimonianza più eloquente che se esiste l’acqua esiste una sorgente, se esiste l’amore esiste l’Amore.

Il secondo raccontino è molto severo per noi adulti. Si intitola “Prendimi la mano”. Un papà e il suo bambino camminavano sotto i portici di una via cittadina su cui si affacciavano negozi e grandi magazzini. Il papà portava una borsa di plastica piena di pacchetti e sbuffò, disse rivolto al bambino: “Ti ho preso la tuta rossa, ti ho preso il robot trasformabile, ti ho preso la bustina dei calciatori… cosa devo ancora prenderti?”. “Prendimi la mano” rispose il bambino.

Spesso noi grandi riempiamo di tutto e di più i bambini e i ragazzi, dimenticandoci che quando loro scorgono il nostro affetto capiscono che hanno ricevuto moltissimo. Un po’ di sobrietà dalle cose lascerebbe libera almeno una mano, nostra e dei ragazzi, per lasciarle congiungere in un legame che riempie.

Che bello il CRE, perché ogni giorno è una bella occasione per crescere, anche se siamo già grandi. Che bello il CRE, perché ci costringe a cambiare sguardo e idea per prenderci  concretamente cura degli altri, soprattutto dei più piccoli e dei più bisognosi. Che bello il CRE, perché anche se alla sera siamo stanchi e sfiniti ci addormentiamo felici per aver dato tutto quello che potevamo.

Don Roberto

 



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