Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Gioire per le cose che contano

Tra i ricordi televisivi più piacevoli di quando ero piccolo ci stanno sicuramente le storie di padre Brown. Qualcuno ha giustamente detto che don Matteo è il padre Brown italiano, o meglio, che padre Brown sarebbe come il nonno di don Matteo. Entrambi  sacerdoti che nello svolgimento del loro ministero sono ottimi detective per sciogliere i casi più complicati.

Padre Brown nasce dalla penna di un illustre autore, G. K Chesterton (1874- 1936), scrittore estremamente prolifico, con una produzione di oltre cento libri, poeta, drammaturgo, giornalista… Aveva una profonda abilità nello scavare nei fatti e nell’animo umano con l’unico desiderio di far emergere la verità trovando sempre soluzioni positive. Era la sua conoscenza dell’uomo che lo rese anche molto polemico e provocatore senza essere mai offensivo.

Nel 1922 abbandona la fede anglicana e si converte al cattolicesimo grazie alla sua amicizia con un sacerdote, padre John O’Connor, che gli ispira il personaggio letterario di padre Brown.

Nel mese di Agosto del 2013 venne aperta un’indagine per la causa di beatificazione di Chesterton, indagine chiusa nel 2019 a causa di forti critiche per il suo presunto antisemitismo le cui tracce compaiono in numerosi suoi articoli.

Molto si occupò di temi legati alla religione e alla fede.

In uno dei suoi libri trovo sottolineato un testo che avevo letto una trentina di anni fa.

Si tratta di un articolo che mette in contrapposizione l’uomo frivolo e l’uomo religioso. Un testo che trovo di grande pertinenza e attualità.

“Si dice che l’uomo frivolo è «spensierato». Al contrario, egli è molto preciso. Non solo dedica un gran numero di ore all’abbigliamento e ad altre simili questioni tecniche, ma passa gran parte della vita a criticare e discutere tali argomenti tecnici. Lo troverete in qualsiasi ora del giorno intento a discutere se la giacca di un tizio sia giusta, e se il servizio da tavola di un altro sia sbagliato; ed intorno a tali questioni si mostrerà ben più solenne di un Pontefice, o di un Consiglio Supremo. Si può dire che in genere la sua aria sia triste, piuttosto che seria, e disperata piuttosto che severa.

In via approssimativa, la religione si potrebbe definire la forza capace di renderci gioiosi sulle cose che contano. E in parallelo, la frivolezza alla moda si potrebbe definire la forza che ci rende tristi per ciò che non ha importanza”.

Trovo molto bella la definizione per cui la religione rappresenta la forza capace di renderci gioiosi sulle cose che contano. In un mondo pieno di frivolezze e di superficialità è molto facile confondere ciò che conta con ciò che non conta.

Come dice il testo di un canto che spesso utilizziamo nella liturgia: “Un amore che fiorisce, una vita che finisce una luce che si accende, un’angoscia che ti prende io domando… Un amore senza tempo, una vita senza senso, un sorriso che si schiude, una porta che si chiude io domando… Io domando dove porta l’altalena della vita dove spesso ciò che vale sembra proprio ciò che muore. Io domando e mi risponde la tua voce, mi risponde io ti cerco e tu sei qui, io ti cerco tu mi chiami e capisco che sei tu l’incredibile speranza della vita”.

Don Roberto



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