Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Quando sarai grande capirai!

Che fastidio prova un ragazzo quando si sente dire dai genitori: quando sarai grande capirai! Gli esperti sconsigliano ai genitori di pronunciarla questa espressione perché i ragazzi non la sopportano perché è un po’ come se il genitore si mettesse sul piedistallo della sua esperienza e giudicasse incapace chi è più piccolo di capire. Così come quando i genitori dicono: quando avrai figli ne riparleremo! Sono espressioni che fanno arrabbiare i ragazzi e pongono le condizioni di una chiusura del dialogo. Ai ragazzi non interessa di quando saranno grandi perché ciò che conta per loro è quello che accade adesso, nel presente.

Al di là della reazione dei ragazzi c’è una verità profonda in questa espressione: con la maturazione e con l’accumulo delle esperienze ogni persona diventa più consapevole e cambia il punto di vista sulle cose. Sembra una verità ovvia, ma tenerla presente ci rende più pazienti e anche più capaci di sintonizzarci con chi è più piccolo e non può essere considerato un “adulto in miniatura” ed ha bisogno appunto di diventare grande perché ancora non lo è.

Ma c’è di più. Molti adolescenti e giovani ripudiano, oggi, l’idea di costruire una famiglia, di avere figli, di condurre una vita come quella dei propri genitori. Perché? Non perché disprezzano la vita degli adulti, ma semplicemente perché è quando si è “grandi” che si capisce cosa è davvero la vita.

La stessa cosa, secondo me, vale per la fede:  è difficile che i ragazzi vadano in chiesa e preghino. Non fa niente, lo capiranno da grandi. Mi è capitato in una confessione di ascoltare il racconto di una persona anziana che solo recentemente si è avvicinata al Signore e mi confermava che se oggi tanti anziani partecipano alla messa non è perché essi lo facessero già da giovani. È solo quando diventi “grande” che ti accorgi che una vita senza Dio è una vita vuota. Spesso la sofferenza vissuta, un lutto, l’aver camminato su strade di peccato, ci fanno riavvicinare a Dio. Prima però bisogna diventare “grandi” e saper rileggere le proprie esperienze.

È inutile desiderare che i nostri ragazzi, adolescenti e giovani vivano la fede senza che … siano diventati grandi. Il vero partner della fede non è il ragazzo, ma è l’adulto.

Allora, mi dirà qualcuno, lasciamo che i ragazzi non vadano a Messa, non preghino, vivano come se il Signore non esistesse? No di certo. Solo che tante volte è solo con l’età che si capisce il vero valore delle cose, della vita e della fede. Ma bisogna diventare grandi.

Diventare grandi significa che un giovane deve sapere che non sarà giovane per sempre e piano piano deve attrezzarsi per saper rileggere le proprie esperienze. Da adulti non puntiamo tutto sui ragazzi. Puntiamo su noi stessi chiedendoci se noi per primi siamo “grandi”, tenendo conto che la grandezza non è una questione solo anagrafica.

Don Roberto



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