Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

il sito web della comunità parrocchiale San Giuseppe di Dalmine

Il violinista del Titanic

Scrive un papà: Personalmente mi sento un genitore allo sbando, come un comandante sulla nave. Un giorno, pur nelle difficoltà quotidiane, tengo la rotta, o almeno so dove andare; il giorno dopo sono come il violinista del Titanic, che continua a suonare diligentemente la musica del suo spartito, mentre la nave affonda. Un giorno con i miei due figli so quello che faccio, il giorno dopo mi chiedo: ma cosa sto facendo?

Questa riflessione mi ha molto colpito. Quanto dice vale per me come parroco e, penso, valga per ciascuno di noi in quanto condottiero di se stesso e della sua famiglia. Ma ammetto che al di là di tutto mi ha rapito l’immagine del violinista del Titanic.

Vado a vedermi lo spezzone del film e ricerco quanto è realmente accaduto in quel 14 Aprile del 1912.

Scopro così che Hartley, il violinista appunto, durante la sua prima e ultima navigazione, faceva parte del complesso di otto musicisti del Titanic. Non voleva compiere quella  navigazione perché gli dispiaceva lasciare la sua fidanzata, ma fu spinto dalla speranza che quel lavoro gli potesse garantire una qualche sicurezza per il futuro.

Quando il Titanic colpì fatalmente l’iceberg, Hartley e i suoi colleghi continuarono a suonare per mantenere la calma tra i passeggeri. Molti dei sopravvissuti affermarono che lui ed il complesso rimasero a suonare fino alla fine del naufragio.

Scopro anche che l’ultimo brano che il complesso avrebbe suonato, trascinato da Hartley, è intitolato Nearer, My God, to Thee, che è la melodia del canto che utilizziamo frequentemente nelle nostre liturgie: Crediamo in Te Signor, crediamo in Te: prostrati innanzi a Te, noi t’adoriam. Sei Tu la luce, la nostra gioia. Noi ci prostriam, Signor, e ti adoriam.

Il violinista del Titanic è una bella parabola per chiunque si sente chiamato ad essere traghettatore della propria vita o della vita di coloro che ci sono affidati. Spesso il compimento gioioso del nostro dovere è l’unica cosa che ci rimane da fare mentre tutto ci pare volgersi al peggio.

Eppure la bellezza, la musica, la poesia sanno imprimere un sentimento di fiducia nelle nostre giornate. Non salveremo il Titanic ma avremo regalato uno sguardo di speranza al di là dell’iceberg. Vuoi mettere quanta pace regala un violino piuttosto che urla spaventate dagli incidenti e voci violente che sfidano la morte?

Molti anni prima una barchetta stava affondando nel lago di Tiberiade. È in quella terribile circostanza che il Maestro disse con voce calma e piena: perché avete paura? E quando le pronunciò la vita vinceva il caos, la paura e la morte. Sei Tu Gesù la luce, la nostra gioia. Malgrado tutto.

Don Roberto

 



in Storie di fede e Riflessioni