Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Beati voi giovani

San Filippo Neri è stato sicuramente uno dei santi più originali per la sua amabilità, la sua umanità e per la sua bizzarria.

È famoso perché sono stati girati anche alcuni film i cui titoli sono espressioni abituali di san Flippo: “State buoni se potete” o “Preferisco il paradiso”.

È vissuto nel 1500 nella Roma turbolenta e lasciva. Aveva nel cuore la promozione dei giovani ed incominciò a raccoglierli nella cerchia dell’Oratorio, anticipando profeticamente l’esperienza di son Bosco che continua a segnare lo spirito e la prospettiva dell’Oratorio.

Filippo Neri trovò la strada luminosa dove far camminare i giovani, come dicono i suoi biografi, nell’esercizio quotidiano della Sacra Scrittura, nella narrazione dei santi testimoni, nel ristoro di lunghe scampagnate in luoghi ameni, nella distensione spirituale, nell’amore per la musica sacra, nella visita agli ammalati…

L’Oratorio anche oggi cerca di formare i ragazzi e i giovani in questa prospettiva di educazione globale della persona. Filippo diceva spesso ai suoi giovani: “Beati voi giovani che avete tempo di fare il bene!”. Questa è un espressione straordinaria che mette in evidenza non solo il tempo che un giovane, in quanto giovane, ha davanti a sé, ma anche il carattere fallimentare di un’esistenza priva di amore e di responsabilità. La giovinezza è una stagione feconda della vita, a condizione che non la si sprechi.

L’ottimismo con cui era animato san Filippo, ed ogni educatore cristiano, muoveva dalla sua capacità di riconoscere in ogni persona i frammenti del divino al di là di ogni apparenza. La gioia e la vitalità di un educatore stanno proprio nella pazienza fiduciosa perché è consapevole che anche la storia più irrisolta è abitata dal Signore.

Gli esperti chiamano questo atteggiamento “arte maieutica”. Per questo san Filippo Neri veniva chiamato dai suoi contemporanei il Socrate cristiano: l’equilibrio tra l’umanità ottimista e la fede lo conduceva ad essere vicino ai giovani con la fiducia che, dedicandosi al bene, possano maturare nella propria vocazione.

Anche la bizzarria di Filippo va in questo senso. Il mostrarsi con la barba tagliata a metà, portare cappelli stravaganti, saltellare in presenza di uomini di rango, vestirsi eccentricamente in occasioni ufficiali, divertirsi e far divertire… tutto concorreva nella sua logica di coinvolgere i giovani per attirarli al bene.

L’esempio di Filippo mi ha fatto ritornare alla mente le parole di Papa Francesco di qualche giorno rivolte ai fedeli della diocesi di Roma: Se la parrocchia è la casa di tutti nel quartiere, non un club esclusivo, mi raccomando: lasciate aperte porte e finestre, non vi limitate a prendere in considerazione solo chi frequenta o la pensa come voi – che saranno il 3, 4 o 5%, non di più. Permettete a tutti di entrare… Permettete a voi stessi di andare incontro e lasciarsi interrogare, che le loro domande siano le vostre domande, permettete di camminare insieme: lo Spirito vi condurrà, abbiate fiducia nello Spirito. Non abbiate paura di entrare in dialogo e lasciatevi sconvolgere dal dialogo: è il dialogo della salvezza.

San Filippo è stato un respiro nuovo e riformante nel tempo oscuro del 1500. Papa Francesco lo è per il nostro tempo. Grandi provocazioni di ottimismo e di libertà per i giovani di ogni tempo. E anche per noi.

Don Roberto



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