Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

il sito web della comunità parrocchiale San Giuseppe di Dalmine

Ricominciamo!?

Nell’attuale mese di settembre in Parrocchia siamo alle prese con il movimento di ripresa del nuovo anno pastorale. Mai come quest’anno ci troviamo di fronte a tante domande.

Siamo in bilico tra il desiderio di riaprire tutte le attività della Parrocchia e dell’Oratorio, come facevamo prima del Covid e l’esigenza di tener seriamente in considerazione tutto ciò che dall’esperienza stessa del Covid abbiamo imparato. Insomma, ci continuiamo a ripetere, negli ambienti ecclesiali, che non sarà più come prima anche se in realtà non ci è ancora dato di sapere come sarà.

Confesso che non è semplice trovare il bandolo della matassa, in un periodo in cui ogni frase inizia sempre con un “forse”.

Ci sono dei punti fermi: la celebrazione della Messa ogni Domenica e ogni giorno feriale, la Prima Comunione e la Cresima nelle ultime domeniche di Settembre, la possibilità di accostarsi alla Confessione, la visita agli ammalati…

Riprenderanno i cammini di catechesi e di formazione: per gli adulti nei tempi forti, per i giovani e gli adolescenti ogni domenica sera, per i ragazzi e i bambini alla domenica mattina.

L’Oratorio riaprirà con tutte le sue attività e proposte: il bar, l’animazione e l’aggregazione, lo sport…

Tuttavia: non sarà più come prima anche se non sappiamo ancora come sarà. Non sarà più come prima perché ci siamo resi conto che già prima che arrivasse il Covid molti aspetti della vita della comunità cristiana erano attraversati da una crisi radicale. Mi riferisco non solo alla partecipazione, ma anche alla consapevolezza e soprattutto all’inceppamento della cinghia di trasmissione dei valori cristiani dagli adulti alle generazioni giovanili. Questa crisi la stavamo sperimentando soprattutto nell’ambito della famiglia e quindi di conseguenza nella comunità. Con molta pertinenza il programma pastorale che il Vescovo consegnerà alle parrocchie della Diocesi per il prossimo anno avrà come titolo: “Servire la vita dove la vita accade: la famiglia”.

Ciò che stiamo avvertendo è che se gli adulti ci sono, ci stanno e si mettono in gioco allora i ragazzi e i giovani possono intravedere una prospettiva futura gioiosa e promettente. Diversamente da questa crisi sarà veramente difficile uscirne.

Scrive Andrea Lonardo: “A me appare assolutamente evidente. Al punto che mi è difficile capire perché sia così problematico convincere altri di questo. Gli adolescenti ed i giovani desiderano continuare il loro cammino se c’è qualcuno che continua a camminare con loro. Si tratta di amare il Signore e la vita di quei ragazzi così come essi sono e decidere di dar loro la vita. Bisogna scegliere di stare con i giovani”.

Altro tema gravido di interrogativi è quello del volontariato, cioè di uomini e di donne che regalano parte del loro tempo al bene della comunità. Alcuni dei volontari “storici” se ne sono andati. Non si tratta solo di sostituirli, perché in effetti sono insostituibili. Si tratta invece di capire se dopo questi lunghi mesi di latitanza forzata avremo ancora voglia di darci da fare per gli altri o se invece ci basterà saperci apposto nelle nostre comodità. Far trovare sempre un bell’ambiente in chiesa e all’oratorio, garantire l’apertura degli ambienti e sostare nel cortile con una presenza educativa, accompagnare i più piccoli nel catechismo, nel gioco, nello sport, organizzare la segreteria, predisporre la liturgia… tutto questo e altro ancora sarà di nuovo possibile? Dipende. Da cosa dipende? Semplicemente dal fatto che  in tanti arrivino e dichiarino: io sono disponibile, in cosa posso investire le mie energie ed il mio tempo? Non si tratta nemmeno di sconvolgere le nostre vite: basterebbe il poco di molti perché la comunità ne possa trarre enorme vantaggio.

Se davvero sta a cuore la Parrocchia, lo si capisce anche dalla disponibilità concreta nel dare qualche ora alla settimana per qualche servizio da prestare per il bene di tutti, soprattutto per il bene dei più piccoli.

Il tempo che viene sarà un bel banco di prova.

Don Roberto



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