Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Domenica laetare

Chissà perché Gesù non ha raccontato una parabola sul concime. Certo non è un immagine molto spettacolare o attraente. Eppure è un immagine che esprime molto bene il processo della salvezza.

Io, mi perdoni Gesù, l’avrei raccontata più o meno così: il regno di Dio è come il letame che può trasformare i rifiuti in preziose risorse.

La domanda bizzarra mi viene suggerita mentre ascolto alla radio la presentazione di un libro scritto da un giovane coltivatore che si chiama Matteo Cereda. Il libro si intitola “Mettete un orto sul vostro balcone”.

Nel periodo del lockdown, dice l’autore molti si sono applicati con passione alla coltivazione. Anche chi vive in città e non ha a disposizione la terra del giardino può inventarsi coltivatore sul balcone di casa propria. Nel libro spiega come fare con tutte le attenzioni necessarie.

In un capitolo del libro parla del compostaggio e ne tesse l’elogio come qualcosa di meraviglioso. Si tratta di una pratica ecologica, economica e realmente utile alle coltivazioni. Tramite questo semplice procedimento possiamo trasformare dei rifiuti, gli scarti organici del giardino e della cucina, in una preziosa risorsa. Dice Cereda: non ci siamo inventati niente… Questo procedimento simula quello che avviene in natura: le foglie cadono dagli alberi, le deiezioni e altri resti animali rimangono sul terreno e degradandosi diventano nutrimento per la terra. A operare questa magia sono una serie di microrganismi, che messi nella giusta condizione di operare vanno a trasformare materia vegetale in fertile nutrimento per le piante. L’importante è avere la pazienza di aspettare che sia pronto e impiegarlo ben maturo”.

Ho pensato al concime, o meglio al letame, e immediatamente ho cominciato a giocare con le parole. Il vocabolario mi ammaestra: letame deriva dal verbo laetare che significa concimare o fertilizzare. Ma laetare significa anche rendere lieto, allietare. In senso figurato il letame è una grande sporcizia, il sudiciume, la depravazione, la corruzione, l’immoralità.

Al di là dell’agricoltura e dell’ecologia trovo molto interessante meditare sul fatto che a fertilizzare la mia vita sono proprio i rifiuti, la sporcizia. A rendere lieta la vita è il mio peccato. In questo senso sant’Agostino chiamava il peccato “felix culpa”. Ma ovviamente non il peccato in se. Ma la Grazia della misericordia che agisce sul peccato e lo rende una risorsa.

Questo è il miracolo del perdono che aumenta la nostra gioia. Noi non smettiamo di essere peccatori, ma il nostro peccato, se c’è l’autentico pentimento, crea le condizioni perché la Grazia del Signore renda fertile la nostra vita.

Celebrare la Domenica laetare non significa allora essere banalmente spensierati, ma vivere l’esperienza che il Signore ci ama e ci perdona e che i nostri peccati possono addirittura farci crescere. C’è una gioia più intensa di quella che noi proviamo quando siamo perdonati?

Don Roberto

 



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