Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Una stagione per provare

Tra pochi giorni iniziamo il tempo della Quaresima. Il rito dell’Imposizioni delle Ceneri benedette apre le settimane che ci conducono a celebrare la passione, morte e risurrezione di Cristo.

Troppo a lungo si è creduto che il tempo quaresimale, a causa del Mercoledì delle Ceneri e delle diverse proposte di privazione, fosse un tempo caratterizzato dall’aridità del cuore e dalla tristezza.

È vero il contrario: al centro della quaresima non stanno i nostri propositi e i nostri fioretti. I Vangeli che ascolteremo quotidianamente in quaresima mettono invece al centro la luminosa figura di Gesù con tutta la bontà del suo cuore. Egli prova tenerezza per tutti, una tenerezza che noi siamo chiamati a sperimentare. La conversione a cui siamo chiamati non si riferisce alle scelte dietetiche per stare semplicemente bene nel corpo, bensì alla scelta fondamentale di avvicinarci a Gesù per conoscere il suo amore che lo porta alla croce e al sepolcro per salvare la nostra vita.

La quaresima è una stagione per “provare”. Questo verbo lo si usa per parlare di tante cose.

Molti di noi sono stati provati duramente dalla perdita di un familiare o dalla fine di un amore. Molti sono provati dalla povertà, dalle dure condizioni del lavoro, dalla fatica del cammino, dalla precarietà della salute. Altri sono provati dalla solitudine.

Ogni giorno, a scuola o al lavoro, è una prova da attraversare, un esame da superare, una verifica per misurare il nostro valore e la nostra preparazione.

Qualcuno sottopone il proprio corpo alle prove dello sport o ad altre prove per misurare le proprie forze, per superare i propri limiti o per ottenere una qualche dimostrazione.

Provare per dimostrare, lo diciamo quando esortiamo qualcuno a prendere coscienza della verità di un’affermazione, di un esperimento.

Provare un cibo è l’invito a saggiarne la bontà o meno, per assaggiare una pietanza o una bevanda ed esprimere un giudizio, di gradimento o di disgusto. Ma anche provare un paio di scarpe, un vestito per verificare che mi vada bene e mi piaccia, se è o non è della misura giusta, se si adatta a me oppure no.

Quando dobbiamo preparare uno spettacolo, un discorso, un concerto, una partita… si fanno le prove per allenarsi e per acquisire l’abilità e la scioltezza per arrivare pronti.

Provare a fare qualcosa significa fare dei tentativi per riuscire a realizzare un sogno, un progetto, significa osare e rischiare anche di perdere.

Infine provare dei sentimenti significa avvertire dentro di se il dolore, il piacere, la compassione, la gioia, la soddisfazione, l’amicizia, l’amore…

La quaresima è la stagione per provare, in tutti questi significati.

È la stagione per togliersi via da giornate sempre uguali e provare ad essere più sapienti e più innamorati. Per togliersi via dal rumore e dalla confusione e provare la gioia del silenzio e della preghiera. Per togliersi via dalla menzogna e dalle contese e provare l’autentica generosità e la pace profonda. Per togliersi via dal vuoto del tempo perso in cose inutili e provare il gusto di un impegno responsabile e gratuito.

Concretamente la nostra Diocesi cerca di raccogliere il cammino della Quaresima con un sussidio ben curato intitolato: “Dico a te Alzati. Serviamo la vita … dove la vita accade”. Tante saranno le suggestioni offerte, soprattutto alle famiglie con i figli in età scolare.

Proviamo ad entrare nella quaresima per accogliere nel profondo il dono della morte e della risurrezione del Signore Gesù. Ci riusciremo? Chi lo sa. Almenno ci avremo provato.

Don Roberto



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