Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Non un dio generico, ma il Dio di Gesù Cristo

Finito il tempo del natale incomincia il tempo cosiddetto “ordinario”. Un tempo semplice e regolare che ha come obiettivo di celebrare il mistero di Cristo senza festività particolari. Il centro di ogni celebrazione è Gesù Cristo, il rivelatore di Dio. Nel suo prologo l’evangelista Giovanni afferma: “Dio nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.

Nelle feste natalizie abbiamo ripetutamente cercato di contemplare la presenza di Dio, l’invisibile, nel dono visibile del Bambino Gesù.

Un giorno in una classe delle elementari l’insegnante di religione invitò gli alunni a pensare come si poteva disegnare, dipingere o scolpire Dio.

Le ri­sposte furono varie.

Pietro disse: “Io disegnerei Dio come un uomo molto alto, un gi­gante. Perché Dio è simile a noi uomini. Enrico disse: “Io invece dipingerei su un grande foglio di carta tante macchie variopinte.  Significherebbe che Dio è un essere molto bello, meraviglioso, che riassume tutte le cose colorate del mondo. Andrea era contrario ai dipinti e ai disegni e disse: “Io restituirei il foglio bianco. Perché non si può rappresentare Dio, non c’è un’immagine che lo possa descrivere.

Alla fine parlò Cristina e affermò: “Io disegnerei Gesù Cristo. Perché Dio venne a noi nella persona di Cristo. Chi vede Gesù vede Dio”.

L’insegnante giudicò le proposte dei ragazzi in questo modo: “Ogni risposta esprime qualche qualità di Dio, come per esempio: la forza, la grandezza, la bellezza, il suo governo e la protezione del mondo. Ma la più bella e giusta per me è la proposta di disegnare Gesù.

Questo dovrebbe essere il passaggio quasi istintivo: dire Dio e pensare a Gesù. perché se noi pensiamo Dio e prescindiamo da Gesù corriamo il rischio di farci un’idea nostra di Dio, troppo nostra, a misura dei nostri schemi e dei nostri bisogni.

Gesù è la via obbligatoria che ci svela il vero volto di Dio Padre. Essere cristiani significa essere ostinatamente concentrati su Gesù Cristo.

Il tempo ordinario che apparentemente potrebbe sembrarci noioso e ripetitivo è in realtà il tempo per conoscere sempre più profondamente e autenticamente le parole, i gesti e i pensieri di Gesù.

Il Vangelo è sempre quello, diciamo spesso. È vero, ci mancherebbe che cambiasse. Ma il problema è: quanto davvero lo conosciamo il Vangelo? E quanto ci lasciamo stupire dal Vangelo che è antico e sempre nuovo?

Riprendiamo a vivere il tempo “verde” delle domeniche ordinarie con l’impegno di non dare mai nulla di scontato nella vita dello Spirito e credere che con Gesù è sempre possibile un vero nuovo inizio.

Don Roberto



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