Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Il segreto della morte

Iniziamo il mese di Novembre. È il mese che ogni anno ci fa sentire vicini i nostri cari e nello stesso tempo ci provoca sulla visione cristiana della morte e … della vita.

Quest’anno il mese di Novembre ci obbliga ancor più a considerare il dolore per i tantissimi fratelli e sorelle da cui ci siamo congedati nei mesi scorsi senza la cura del conforto, ma anche a rinnovare la nostra fede nella vittoria di Cristo Signore sulla morte sua e nostra.

C’è una bellissima poesia di Kahlil Gibran nel libro intitolato “Il profeta” che ci può aiutare a cogliere uno spunto di speranza. Gibran è un poeta libanese del secolo scorso, cristiano maronita che ha scandagliato da vero mistico ogni ambito dell’esistenza.

Parlaci della morte, chiesero al Profeta e lui rispose: Voi vorreste conoscere il segreto della morte, ma come potrete scoprirlo se non cercandolo nel cuore della vita? Se davvero volete conoscere lo spirito della morte, spalancate il vostro cuore al corpo della vita, poiché la vita e la morte sono una cosa sola, come una sola cosa sono il fiume e il mare. Nella profondità dei vostri desideri e speranze, sta la vostra muta conoscenza di ciò che è oltre la vita; e come i semi sognano sotto la neve, il vostro cuore sogna la primavera. Solo se berrete al fiume del silenzio, potrete davvero cantare. E quando la terra esigerà il vostro corpo, allora danzerete realmente.

Il segreto della morte è da cercare nel cuore della vita. Sembra un gioco di parole. In realtà il senso del morire affonda le sue radici nella potenza della vita. Ma potremmo anche dire viceversa: il senso della vita lo si può cogliere nel mistero della morte, perché la morte è il passaggio obbligato verso la pienezza della vita. Perciò la morte e la vita non sono due realtà separabili. L’immagine poetica di Gibran evoca proprio questa verità: la vita è come un fiume e la morte è il mare.

Il mese dei defunti ci esorta in questo senso a non essere malinconici al pensiero della morte, nostra e dei nostri cari, ma ad attendere serenamente di poter danzare la musica delle beatitudini: la danza vera nel paradiso, la beatitudine piena, la potremo eseguire quando la terra esigerà il nostro corpo.

C’è un bellissimo prefazio che utilizziamo normalmente nelle celebrazioni funebri che riassume splendidamente la nostra fede: In Cristo tuo Figlio, nostro salvatore rifulge a noi la speranza della beata risurrezione,  e se ci rattrista la certezza di dover morire, ci consola la promessa dell’immortalità futura. Ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un’abitazione eterna nel cielo. Il futuro della storia è il Signore Gesù, è lui il mare verso cui il fiume della nostra vita ci sta conducendo. Questo è il segreto della morte… e della vita.

Don Roberto

 



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