Anche chi non segue con passione il calcio converrà che la nostra Atalanta sta compiendo meraviglie. Al mister Gasperini vengono ovviamente attribuiti, se non tutti, molti meriti.
A parte il piacere di veder giocare la squadra ciò che fa impressione è la facilità con cui tanti giocatori arrivano a fare gol.
Da cosa dipendono queste straordinarie stagioni bergamasche?
A mio avviso sono principalmente due i punti fermi del mister.
Il primo è la sua intolleranza al protagonismo dei solisti. Infatti non si sente mai che un giocatore dell’Atalanta sia egoista o voglia fare tutto lui o giochi per la sua gloria personale.
Potremmo dire che il dettame del mister sia: prima di tutto la squadra. Quando arriva a Bergamo un giocatore che pensa di venire prima della squadra e di giocare per se stesso, i casi son due: o si sottopone al dettame del mister o a Bergamo non ci rimane, il mister “non lo vede”.
Certo che c’è il fuoriclasse il quale possiede i colpi per risolvere la partita, ma anche lui viene dopo la squadra.
Il secondo merito del mister è di possedere un sistema di gioco e perciò chiede ai giocatori fedeltà agli schemi. Non si improvvisa il calcio di Gasperini, lo si impara. Cambia l’avversario, ma lui non cambia gli schemi. È proprio questa fedeltà ad esaltare i singoli giocatori che entrano con le loro abilità tecniche in una struttura di gioco studiata e provata mille volte in allenamento.
Ora, senza essere troppo banali, mi pare che questi due principi possano essere benissimo applicati a tante situazioni della nostra vita, per esempio alla vita comunitaria di una parrocchia.
Viene prima la tua gloria personale o la crescita della comunità? Stai giocando per te stesso o per la squadra? Gli egoisti non fanno fare grandi risultati alla comunità.
Se vuoi arrivare primo, corri da solo. Se vuoi arrivare lontano, cammina insieme, dice un proverbio africano. Ecco: la comunità è un gioco di squadra che mal sopporta gli assoli dei solisti.
E poi la fedeltà agli schemi. Il “sistema di gioco” ci è stato fortemente consegnato dal Maestro e ampiamente spiegato con le Sue Parole e i suoi Gesti. Non possiamo improvvisare la costruzione della comunità secondo le nostre fantasie, le nostre voglie o le nostre pretese.
Ci sono degli schemi che il Vangelo ci affida e che dobbiamo conoscere, fare nostri e applicarli, non in maniera pedissequa, ma con la gioia di appartenere ad una bella squadra, allenati da un Maestro speciale.
Ed i risultati verranno!
Don Roberto
Pubblicato il 10 Ottobre 2020
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Storie di fede e Riflessioni