Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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La preghiera della serenità

In questi giorni mi hanno lautamente nutrito l’anima due espressioni nelle quali mi sono felicemente imbattuto.

La prima è: “Nella pienezza dell’io Dio attende, nel vuoto dell’io Dio agisce”. Federico De Rosa, giovane scrittore disturbato dall’autismo, ragazzo profondo e di squisita fede, ci comunica questa frase in un videochiamata con i giovani dell’Oratorio. Avevamo avuto, anni fa, la gioia di incontrarlo qui a Dalmine con il suo fantastico papà Oreste. Questa frase l’ha suggerita al suo parroco a Roma ed è stata scelta come cammino della Quaresima appena passata.

Togliere le frasi dal loro contesto può essere deleterio per la frase stessa, ascoltare una testimonianza ed estrapolare alcune parole non ha lo stesso effetto che produce nel contesto di un incontro.

Ma questa frase, anche da sola, la ritengo davvero straripante di saggezza e di fede.

Dio attende che io mi svuoti della mia pienezza, solo allora può agire perché, ci spiega Federico, Dio non si impone mai.

Succede ogni tanto, o forse spesso, di incontrare persone piene di se. Te ne accorgi perché non parlano d’altro che di se, e non v’è altro spazio per niente e per nessuno.

Anche nei confronti di Dio: se c’è qualcosa che mortifica la possibilità dell’intervento di Dio è uno spazio già pieno. Curioso a questo proposito l’episodio accaduto ad una Santa che entrando in chiesa, come suo solito incomincia la sua tiritera rivolta a Dio che conclude con un: “Ma Tu Dio non mi rispondi mai?! Finché un giorno senti nel suo cuore la risposta del Signore: “Se sei sempre tu a parlare io non ho nessuno spazio di risposta: stai un po’ in silenzio e mi potrai ascoltare”

È quando io presento il mio vuoto a Dio che Lui lo può riempire. È una legge “fisica”: non può entrare nulla in uno spazio già pieno.

La seconda espressione è la conclusione di un intrigante romanzo di E.E. Schmitt, intitolato “La parte dell’altro”: “Che cos’è un uomo? Un uomo è il prodotto di scelte e di circostanze. Nessuno ha il potere sulle circostanze, ma tutti hanno il potere delle proprie scelte”. Questa frase completa quella di Federico che non ci invita certo a fare il vuoto in noi stessi per deresponsabilizzarci.

Le scelte e le circostanze. Circostanza è un temporale, scelta è chiudere le finestre. Circostanza è il paese in cui ti trovi ad abitare, scelta è il modo in cui scegli di abitarlo. Circostanza è ciò che avviene e non dipende da te. Scelta è il tuo potere, la tua forza, la tua libertà.

C’è una bellissima preghiera, scritta da Reinhold Niebuhr, un teologo protestante, chiamata la preghiera della serenità, che recita: “Signore, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare (le circostanze appunto), donami il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare (le scelte) e la saggezza per distinguere le une dalle altre.

La serenità ci è tolta invece quando noi confondiamo le circostanze con le scelte, ci arrabbiamo per circostanze avverse e non abbiamo il coraggio per scelte libere e responsabili. Può anche essere alla fine che Dio agisca proprio attraverso le nostre scelte, quando ci siamo svuotati del nostro io, quando non siamo pieni solo di noi stessi.

Don Roberto

 



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