Questa e la cosa più bella di Dio: essere onnipotente, eppure non far costrizione verso nessuno. Questa affermazione di Madre Teresa di Calcutta mette bene in evidenza il senso dell’onnipotenza di Dio. Dice il catechismo cattolico: “Di tutti gli attributi divini, nel Simbolo del credo cristiano si nomina soltanto l’onnipotenza di Dio: confessarla è di grande importanza per la nostra vita. Noi crediamo che tale onnipotenza è universale, perché Dio, che tutto ha creato, tutto governa e tutto può; amante, perché Dio è nostro Padre; misteriosa, perché soltanto la fede può riconoscere allorché si manifesta nella debolezza.
In realtà molti considerano l’onnipotenza di Dio una specie di frottola, perché dicono: se Dio fosse davvero onnipotente perché permette Dio la sofferenza? Quando si discute della fede, non c’è domanda più dibattuta di questa: Perché c’è tanto dolore su questa terra? Sappiamo che Dio è misericordioso e onnipotente, perché ha permesso quell’onda anomala, perché tanti bambini devono morire di fame e vengono abusati, perché esistono le catastrofi, le guerre, il cancro, perché non c’è fine alla povertà, alla miseria e perché Dio permette le torture e le violenze?
A questa radicale obiezione risponde il catechismo: Dio è Padre onnipotente. La sua paternità e la sua potenza si illuminano a vicenda. Infatti, egli mostra la sua onnipotenza patema attraverso il modo con cui si prende cura dei nostri bisogni; attraverso l’adozione filiale che ci dona; infine attraverso la sua infinita misericordia, dal momento che egli manifesta al massimo grado la sua potenza perdonando liberamente i peccati.
Se talvolta Dio sembra assente ed incapace di impedire il male è perché Lui sceglie di manifestare la sua onnipotenza nell’abbassamento e nell’umiltà. In questo senso san Paolo afferma: Gesù Cristo è potenza di Dio e Sapienza di Dio. Questo è il mistero dell’apparente impotenza di Dio che nella fede siamo chiamati a contemplare nel modello di Maria che ha creduto che “Nulla e impossibile a Dio” e che ha magnificato Dio gridando: “Grandi cose ha fatto l’Onnipotente e santo è il suo nome”.
L’onnipotenza di Dio è la croce, stoltezza per i greci e follia per gli ebrei, ma sapienza per i credenti in Cristo. Dio dunque e onnipotente non nel senso che ha la bacchetta magica per risolvere tutti i problemi, ma nel senso che ama sempre e ciascuno, senza nessun limite.
Il Natale che tra pochi giorni celebriamo è una preziosa occasione per fare esperienza che l’onnipotenza di Dio è contro i nostri schemi. Noi vorremmo un’onnipotenza divina secondo i nostri schemi mentali e i nostri desideri: un Dio “onnipotente” che risolva i problemi, che intervenga per evitarci ogni difficoltà, che vinca tutte le potenze avverse, cambi il corso degli eventi e annulli il dolore.
Diceva Benedetto XVI: la fede in Dio onnipotente ci spinge a percorrere sentieri ben differenti: le vie e i pensieri di Dio sono diversi dai nostri e anche la sua onnipotenza e diversa: non si esprime come forza automatica o arbitraria, ma è segnata da una libertà amorosa e paterna. L’onnipotenza dell’amore non è quella del potere del mondo, del Re Erode di turno, ma è quella del dono totale, e Gesù, il Figlio di Dio, rivela al mondo la vera onnipotenza del Padre dando la vita per noi. Ecco la vera, autentica e perfetta potenza divina: rispondere al male con il bene, agli insulti con il perdono, all’odio omicida con l’amore che fa vivere.
Don Roberto
Pubblicato il 14 Dicembre 2019
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Storie di fede e Riflessioni