Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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L’alfabeto della Parrocchia: P come PROVVIDENZA

“La c’è la Provvidenza! – disse Renzo; e, cacciata subito la mano in tasca, la votò di que’ pochi soldi; li mise nella mano che si trovò più vicina, e riprese la sua strada”. Quando Renzo dona gli ultimi denari ai mendicanti ha il coraggio e la fede per dire queste parole: “La c’è la Provvidenza”!

E quando Renzo si domanda come sarà il suo futuro in questo periodo di crisi, si risponde -“E poi, la Provvidenza m’ha aiutato finora; m’aiuterà anche per l’avvenire“. I Promessi Sposi di Manzoni è sicuramente il testo che ci viene al volo in mente quando cerchiamo di capire il mistero della provvidenza.

Quanti santi, famosi o no, hanno fatto della fede nella Provvidenza la colonna sonora della loro biografia. Penso soprattutto a san Giovanni Bosco e ai suoi ragazzi, oppure a Madre Teresa di Calcutta, o a Giovanni XXIII…

Credere alla Provvidenza è una cosa seria. Bisogna però tenere presenti alcune cose. Prima di tutto che la Divina Provvidenza non è una babysitter. Diceva infatti sant’Agostino: dobbiamo fare ciò che possiamo, e chiedere per quello che non possiamo fare. Ma non si può barare. Se non facciamo la nostra parte, non potremmo sperare che Dio faccia la sua.

Inoltre la Provvidenza di Dio è segno della sua paternità amorosa per noi suoi figli. Dio non ci chiede l’impossibile. Ci chiede di fare il nostro dovere. A tutto il resto ci pensa Lui. I santi ci insegnano che Dio ci dà la libertà di dedicarci a cose grandi mentre lui si occupa del resto. “Il Padre vostro, dice Gesù nel Vangelo, sa ciò di cui avete bisogno. Cercate anzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutto vi sarà dato in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani”.

Ancora: la Divina Provvidenza non agisce direttamente. C’è una famosa storia di un uomo che ha chiesto a Dio di salvarlo da un’inondazione. Prima sono venuti i vigili del fuoco, ma l’uomo si è rifiutato di entrare nella loro barca perché aveva chiesto aiuto a Dio. Poi è arrivata la protezione civile, ma neanche nella loro imbarcazione l’uomo osa entrare, perché è a Dio che ha chiesto aiuto. Infine viene raggiunto da un elicottero della polizia, ma l’uomo si rifiuta ancora una volta. Quando muore, l’uomo va in cielo e chiede a Dio: “Dio mio, perché mi hai abbandonato?” Al che Dio risponde: “Uomo, ti ho mandato prima i pompieri, poi la protezione civile e infine la polizia, e tu li hai rifiutati tutti!”

Certo, a volte la Provvidenza di Dio sembra non dare risposte alle  nostre preghiere, sembra che ci lasci macerare nei nostri problemi. Ma come diceva Alessandro Manzoni: “Dio … non turba mai la gioia de’ suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande”.

Anche in parrocchia, come del resto in ogni ambito della vita, siamo spesso tentati di calcolare tutto, di programmare ogni cosa, di confidare solo sulle nostre disponibilità e capacità. Credere nella Provvidenza e abbandonarsi alla sua opera significa affermare che il timone della storia lo possiede il Signore, anche quando attraversiamo momenti di difficoltà.

Confidiamo dunque, ogni giorno, nell’aiuto dell’Altissimo.

Don Roberto

 



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