Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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La gola

La gola è considerato un peccato capitale perché è un abbandono esagerato nei piaceri della tavola, e non solo. È il desiderio di ingurgitare cibi, bevande o sostanze più di quanto l’individuo necessiti. L’ingordo è così incapace di controllo di sé.

Il racconto biblico di Adamo ed Eva indica che ogni vizio umano si radica sul livello del bisogno primario per eccellenza, quello del nutrimento, ma occorre essere razionali: occorre mangiare per vivere, e non vivere per mangiare.

Afferma Enzo Bianchi: L’ingordigia è un atteggiamento di smoderatezza in rapporto al cibo, una “brama di cibo non ordinata” che si articola poi in golosità, cioè eccesso nella ricerca della qualità del cibo, e in voracità, incapacità a rispettare tempi e modi nel mangiare. Sì, mangiare è una funzione essenziale, ma rischia sempre di ridursi a un’animalità irriflessa, non ragionata.

I Padri della chiesa chiamavano la gola: “la follia del ventre” e anche “porta di tutte le passioni”.

La tavola, che per eccellenza è il luogo destinato alla condivisione, allo scambio di cibo e di comunione, per il goloso diventa invece luogo di violenza, di sfogo e di aggressività. E questo si evidenzia maggiormente nella nostra società dei consumi.

Dalla gola come rapporto irrazionale con il cibo nascono molteplici vizi che ci rendono dipendenti: i vizi dell’alcool, del fumo, delle droghe… Gli eccessi della gola ci rendono meno padroni di noi stessi, affievoliscono la capacità di autocontrollo, rendono la mente ottenebrata e ci impediscono di dedicarci alla preghiera e dalle sane letture.

La giornalista Scaraffia, nel suo libro “La crisi dell’educazione” osserva in maniera provocatoria: “Come si fa a condannare la gola quando siamo sommersi da ricette, recensioni di ristoranti, inviti a riscoprire il gusto del cibo e la degustazione di vini, il tutto spesso camuffato da ritorno al genuino, o da occasione conviviale in cui godere dell’incontro con gli altri? [..] mangiare e bere sono diventati un fiorente settore di affari, e tutto quello che fa guadagnare è visto come positivo. La gola quindi va bene, perché è funzionale al mercato”.

Mangiare e bere non sono puri e semplici atti di sopravvivenza. Indicano la gioia di condividere un pezzo di pane, l’acqua e il vino. Mangiare è comunione, tant’è che la Comunione, con la ci maiuscola, è mangiare, uno dei verbi più ricorrenti nella Sacra Scrittura.

Per scoprire i piaceri sani della vita dobbiamo essere capaci di quell’astinenza che disintossica il corpo e la mente.

San Paolo afferma: Molti, ve lo dico con le lacrime agli occhi si comportano da nemici della croce di Cristo: la perdizione sarà la loro fine. Perché essi, che hanno come Dio il loro ventre, si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi, tutti intenti alle cose della terra. Soddisfare la gola quale unico scopo della vita ci porta piano piano a diventare egoisti, nemici della Croce e insensibili verso gli altri, soprattutto verso i poveri.

Don Roberto

 



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