Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Le parole della Quaresima: la rinuncia

La Quaresima è (anche) tempo di digiuno, di astinenza e di rinunce. Ma dal punto di vista religioso oggi abbiamo smarrito il senso di queste pratiche impegnative.

A volte è come se si dovessero compiere queste pratiche quasi per rendere contento un Dio un po’ sadico che gode quando noi soffriamo.

Anni fa i vescovi comunicavano che c’è “un intimo legame fra il digiuno e la conversione della vita, il pentimento dei peccati, la preghiera umile e fiduciosa, l’esercizio della carità fraterna e la lotta contro l’ingiustizia».

Quindi le rinunce e la mortificazioni non servono affatto a Dio, bensì a noi. Anzitutto ci aiutano ad apprezzare (o ad apprezzare di più) ciò che di solito abbiamo senza fatica, ciò di cui ci capita di non saper più apprezzare perché diamo per scontato.

Inoltre, le rinunce, i digiuni e l’astinenza servono a noi per acquisire la padronanza di se stessi: ci aiutano a vincere progressivamente le pulsioni dell’avidità verso le cose materiali. Ci aiutano a fare a meno di cose inutili per essere fedeli a ciò che è essenziale.

Ancora, come ci ha ricordato recentemente Papa Francesco le rinunce possono aiutarci a metterci nei panni di chi è povero e sperimentare sulla nostra pelle ciò che provano quanti mancano anche dello stretto necessario e conoscono i morsi quotidiani dalla fame.

Infine il digiuno e la rinuncia possono per noi essere il segno della partecipazione dei discepoli all’evento doloroso della passione e della morte del Signore.

Ma a cosa dobbiamo rinunciare? Alle caramelle e ai dolci. Certo. Anche a quelli. Forse però potrebbe essere utile misurarci su altre forme di sacrificio.

Alcuni suggerimenti possono risultare interessanti.

Potremmo per esempio rinunciare agli schermi e ai diversi dispositivi digitali ed usare il proprio smartphone solo per le comunicazioni essenziali.

Oppure potremmo rinunciare alle chiacchiere negative e critiche e usare bene le parole per aiutare, chiarire, consolare, informare.

Per qualcuno potrebbe essere significativo rinunciare allo shopping non essenziale. Dire di no all’acquisto di cose belle che però non servono e decidere di offrire in elemosina la quota che avremmo potuto spendere.

Anche rinunciare alle comodità, alle cose che facciamo per pigrizia, alle scorciatoie che utilizziamo per non fare fatica, potrebbe essere un bel sacrificio di quaresima, come ad esempio usare la macchina per qualche centinaio di metri.

Oppure ridurre ciò che spendiamo per i profumi, senza ovviamente trascurare la propria igiene. Oppure ancora preparare e consumare pasti più semplici.

Può sembrare strano ma la quaresima è davvero una grande scuola per aderire ad uno stile di vita più sobrio, per non perdere di vista ciò che è davvero essenziale e per comprendere che le nostre rinunce sono profondamente collegate con la nostra fede e con l’amore. Che sia una quaresima fruttuosa.

Don Roberto



in I tempi forti dell'anno liturgico, Storie di fede e Riflessioni