E’ ancora fresco nella mia memoria il giorno in cui, discutendo con Don Roberto durante la gita ad Assisi, è stata lanciata, e subito approvata all’unanimità, la proposta di un pellegrinaggio a Sotto il Monte. Subito si è pensato di cogliere l’occasione per celebrare così la ricorrenza del cinquantesimo della morte del nostro grande Papa bergamasco il cui ricordo è ancora vivo in tutti noi.
Come dicevo la proposta è stata accolta immediatamente e convincere Don Roberto, uomo travolgente d’iniziative, non è stato difficile e dal pullman sul quale stavamo viaggiando una OLA di approvazione generale è scattata immediatamente…..
Ritornando al nocciolo dell’articolo non è facile cercare di descrivere i momenti salienti di quel pellegrinaggio poiché essi sono stati numerosi e belli; tutto potrebbe essere riassunto nel riconoscimento comune che abbiamo portato a casa tutti quanti, quello di essere stati il segno concreto di una parrocchia sempre più unita ed in cammino.
Fin dalla prima mattina abbiamo fatto i conti con uno dei tanti detti noti a tutti sul periodo di quaresima che dice ”Palma bagnata, Pasqua asciutta; Palma asciutta, Pasqua bagnata”, che ancora una volta non ha voluto smentirsi e cosi infatti, per chi si ricorda, il giorno delle Palme ha piovuto e la giornata di Pasqua è stata bella……si! Peccato che il pellegrinaggio si sia fatto di Pasquetta: cielo coperto e minaccioso tutto il giorno e gli scommettitori più acerrimi davano molto alta la probabilità di pioggia fin dalle prime ore della mattina. Qui bisogna dire che le preghiere della Rosa hanno funzionato e soprattutto il nostro meteorologo “Bernacca” Sandro fin da subito aveva emesso il bollettino giornaliero: “questa mattina niente pioggia…..qualcosa è previsto per dopo le 16!”. Non ci crederete, ma così è stato. Da quel giorno la vita del nostro Sandro è cambiata drasticamente specialmente la domenica perché da quando sono cominciati i GP di F1 e la MotoGP è sotto assedio da parte dei Teams che vorrebbero sapere un suo parere per decidere poi la strategia migliore sulla scelta delle gomme: da bagnato o da asciutto. Altro che Regazzoni!!!!
Il ritrovo era previsto per le 8 della mattina davanti alla chiesa di Dalmine, fin da subito si è visto quello che poi sarebbe stato lo spirito che ci ha accompagnato per tutta la giornata, la voglia di stare insieme in allegria e nella preghiera ci hanno dirottato immediatamente al bar per una bella e sana colazione, e poi tutti sul sagrato della chiesa per una preghiera comunitaria di inizio giornata. A quell’ora si sono riconosciuti al volo quelli che di solito si svegliano presto la mattina per andare al lavoro e quelli che invece se la prendono con comodo, i primi infatti erano al nastro di partenza con attrezzatura super tecnica e trepidanti nell’attesa del “via” da parte del don, i secondi invece, tra i quali mi ci metto pure io, presentavano ancora la riga del cuscino sulla guancia del lato preferito, portavano gli occhiali da sole (chiaramente per nascondere lo stato semicomatoso con il quale si erano presentati) e soprattutto abbigliamento da caccia all’orso bianco polare che ben riproduceva il caldo e comodo letto di casa…..Come al solito quelli più svegli erano i bambini.
Il gruppo, formato da circa 60 persone sparpagliate all’interno di un ventaglio dai 7 anni ai 95 della Rosa e della Gabriella, si è incamminato secondo una disposizione ben precisa e studiata in modo da mettere in sicurezza tutte le persone chiamata anche “ordine sparso”, praticamente il compito di ognuno era quella di occupare il più grande spazio possibile cercando quindi di impedire il passaggio non solo alle macchine ma anche ai ciclisti. Seguendo il tracciato meticolosamente studiato da don Roberto e dalla sua collaboratrice, nonché braccio destro, Grazia ci siamo indirizzati verso le rive del Brembo passando per Mariano ed Osio Sopra per attraversare il fiume sfruttando la passerella di Filago dove in automatico è scattata la seconda foto di gruppo (la prima alla partenza). Ah, dimenticavo di dire che durante tutto il viaggio abbiamo avuto la fortuna di essere assistiti da 2 fotografi professionisti e ricercatissimi dalle donne, soprattutto nel campo della moda, Beppe e Sandro (si, esatto…..il nostro Bernacca…) che si sono affrontati lungo tutto il tracciato del pellegrinaggio a colpi di pixel……se un giorno avremo la fortuna di vedere le foto potremo anche assegnare il premio “Oliviero Toscani” del 2013 al migliore dei due!
Attraversato il fiume abbiamo raggiunto l’oratorio di Filago e lì abbiamo effettuato la prima sosta della giornata dopo circa 1 ora di cammino: le donne come al solito hanno dovuto fare uno dei tanti “stop&go” fisiologici della giornata, mentre gli uomini disquisivano sul tracciato mancante in attesa che le prime, con molta calma, finissero tutti i loro bisogni.
Quindici minuti di pausa e via…..partiti rotta Terno d’Isola passando per Madone e paesi vari!
Il gruppo avanzava sempre più compatto, i gruppi formati all’inizio del cammino si erano amalgamati tra loro ed i chilometri di percorrenza trascorsi insieme oltre ad avere sciolto bene i muscoli delle gambe avevano anche lubrificato i tendini della lingua che immediatamente aveva preso pieno possesso della scena….chi ha avuto modo di percorrere il serpentone umano dall’inizio alla fine ha potuto tastare con “orecchie” che i discorsi erano di vario genere: teologici, capitanati chiaramente da don Roberto, sportivi, politici per non parlare di quelli “general purpose” che di solito si sentono fare dalla parrucchiera, oppure in coda dal salumiere, chiaramente fortemente sponsorizzati dal gentil sesso femminile.
In itinere io e il grande amico Cico abbiamo avuto il piacere di “indottrinare” alcune donne un po’ troppo spinte nella difesa del loro partito di appartenenza e condurle come agnelline mansuete dalla parte di noi uomini, vittime indifese e destinate alla santità. Parlo soprattutto per gli uomini sposati!!
Eccoci dunque arrivati in quel di Terno d’Isola: seconda pausa e secondo “stop&go” delle donne! Noi maschietti al bar per un salutare cappuccio e/o caffè ristoratore.
Siamo giunti cosi dopo dieci minuti circa di cammino a Sotto il Monte, il gruppo nel frattempo si è ricompattato per la foto di rito e raggiungiamo uniti la casa natale di papa Giovanni. Personalmente ci ero già stato parecchi anni fa e rispetto ad allora le cose sono cambiate tantissimo, sarà perché quest’anno cade il 50° della sua morte, sarà perché è un papa entrato nei cuori di tutti ma il paese brulicava di persone e di turisti…forse anche troppo.
Mentre il freddo iniziava a farsi pungente raggiungiamo i locali del PIME per goderci uno dei momenti più belli della giornata: il pranzo comunitario…nel senso che dagli zainetti era un continuo sbucare di ogni ben di Dio e tutto veniva condiviso e ridistribuito secondo le necessità e le golosità di ciascuno. Quando dicevo che è stato uno dei momenti più belli della giornata non mi riferivo naturalmente tanto al cibo in sé quanto al senso comunitario che ci ha uniti, sembrava di essere ad un raduno degli alpini in cui con il cibo condividi tanta allegria che si diffonde di tavolo in tavolo. Un ringraziamento particolare è da esprimere a Mimmo e moglie che ad un certo punto hanno fatto girare succulenti specialità della loro terra che pareva non finissero mai, probabilmente pensavano che il pellegrinaggio durasse un mese: ce n’è stato per tutti e ne è avanzato ancora!!! Dimenticavo….nel frattempo parecchi altri concittadini e familiari che non avevano potuto partecipare alla camminata ci hanno raggiunti in macchina per condividere insieme il resto del pellegrinaggio.
Dopo pranzo siamo passati al cuore del pellegrinaggio raggiungendo la chiesa del PIME per un mini rosario per poi passare alla chiesa dove è stato battezzato papa Giovanni (Brusicco). Cammin facendo abbiamo condiviso i momenti belli della S. Pasqua appena vissuta creando ancor più comunione e allegrezza tra noi. Al Brusicco i canoni di Taizè ci hanno introdotti alla meditazione più profonda e così ci siamo diretti verso la chiesa principale di Sotto il Monte per celebrare l’Eucarestia nella Messa del Pellegrino.
Purtroppo finita la messa la tristezza ci ha sorpresi e avvolti!!! Tristezza perché era giunta l’ora di rientrare alle proprie case, tristezza per una bellissima giornata terminata, tristezza perché come previsto dal nostro Regazzoni ormai pioveva a dirotto, tristezza per dover salutare gli amici della parrocchia di Dalmine con i quali si sono condivisi momenti comunitari molto intensi……Tristezza per non aver conosciuto di persona quel papa buono, tanto colto e tanto capace di amare la gente e soprattutto gli ultimi.
Don Roberto all’inizio del pellegrinaggio ci ha chiamati in silenzio davanti al sacrato della chiesa e ci ha raccolti in preghiera invitandoci a pensare ad un intenzione particolare per cui ognuno di noi avrebbe fatto questo cammino, sono certo che papa Giovanni da lassù abbia ascoltato l’intenzione di ognuno di noi e con la sua “carezza” le abbia benedette e portate a compimento.
Corrado
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Pubblicato il 30 Aprile 2013
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Testimonianze e immagini
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