Queste parole sono sgorgate da un cuore oppresso da gravi difficoltà: «Molte angosce e sventure mi hai fatto vedere» (v. 20), dice il Salmista. Nonostante questo, il suo animo è aperto e fiducioso, perché saldo nella fede, che riconosce il sostegno di Dio e lo professa: «Mia rupe e mia fortezza tu sei» (v. 3).
Da qui scaturisce l’indefettibile fiducia che la speranza in Lui non delude: «In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso» (v. 1). In mezzo alle prove della vita, la speranza è animata dalla certezza, ferma e incoraggiante, dell’amore di Dio, riversato nei cuori dallo Spirito Santo.
Perciò essa non delude (cfr Rm 5,5) e San Paolo può scrivere a Timoteo: «Noi ci affatichiamo e lottiamo, perché abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente» (1Tm 4,10). Il Dio vivente è infatti il «Dio della speranza» (Rm 15,13), che in Cristo, mediante la sua morte e risurrezione, è diventato «nostra speranza» (1Tm 1,1).













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