Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Educare alle grandi virtù

Una delle persone più belle del diciannovesimo secolo è Natalia Ginzburg, (Palermo, 14 luglio 1916 – Roma, 8 ottobre 1991), scrittrice, drammaturga, politica attivista, una figura di primo piano nella letteratura italiana del Novecento.

Natalia Ginzburg, così la descrive la giornalista Laura Balbo, è una donna affettuosa con le persone che le sono attorno, molto consapevole dei problemi umani e politici del mondo di cui siamo parte; schiva e discreta, silenziosa nelle maggior parte delle occasioni, sempre attenta: la sua presenza non si deforma, non si appanna. Direi proprio un gran bel profilo.

Nel 1962 pubblica una raccolta di racconti intitolata “Le piccole virtù”.

In quella raccolta troviamo queste parole: Per quanto riguarda l’educazione dei figli, penso che si debbano insegnar loro non le piccole virtù, ma le grandi. Non il risparmio, ma la generosità e l’indifferenza al denaro; non la prudenza, ma il coraggio e lo sprezzo del pericolo; non l’astuzia, ma la schiettezza e l’amore alla verità; non la diplomazia, ma l’amore al prossimo e all’abnegazione; non il desiderio del successo, ma il desiderio di essere e di sapere.

È interessante questo pensiero soprattutto in chiave educativa. Sarebbe come dire: occorre saper giocare all’attacco piuttosto che in difesa.

Altro passo stralciato dalla raccolta è questo: Noi genitori dobbiamo essere, per i figli, un semplice punto di partenza, offrirgli il trampolino da cui spiccheranno il salto. E dobbiamo essere là per soccorso, se un soccorso sia necessario; essi debbono sapere che non ci appartengono, ma noi sì apparteniamo a loro, sempre disponibili, presenti nella stanza vicina, pronti a rispondere come sappiamo ad ogni interrogazione possibile, ad ogni richiesta. Pertanto quello che deve starci a cuore, nell’educazione, è che nei nostri figli non venga mai meno l’amore alla vita.

Nelle righe di Natalia sembra percepire la risonanza di un bellissimo testo di Gibran “Il profeta” nel quale, a proposito dei figli, dice:

I vostri figli non sono figli vostri… sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita. Nascono per mezzo di voi, ma non da voi. Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono. Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee. Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perché la loro anima abita la casa dell’avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni. Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi, perché la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri. Voi siete l’arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti.

L’Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tiene tesi con tutto il suo vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane.

Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell’Arciere, poiché egli ama in egual misura e le frecce che volano e l’arco che rimane saldo.

Ogni educatore, e i genitori in primis, non dimentichino mai di essere strumenti nelle mani di Colui che ha creato ogni figlio e ogni figlia, e li ama più di quanto riesca a fare un genitore o un educatore.

Don Roberto



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