Mi incuriosisce, tra le tante cose che non so, il ruolo ed il funzionamento del fegato, la ghiandola più grossa del corpo umano. È un organo dalle funzioni complesse e misteriose. Mi informo su una sintetica enciclopedia per ragazzi e imparo che il compito del fegato è molteplice: drenare il sangue, catturando le sostante nutritive contenute in esso e poi metabolizzarle e distribuirle agli altri organi, poi produce la bile per l’assorbimento dei grassi, elabora gli zuccheri per l’energia delle cellule del corpo, realizza la sintesi del colesterolo, distrugge le sostanze inutili, produce i globuli rossi…
Quando il Creatore ha creato il nostro corpo ha pensato proprio ad ogni cosa. Siamo dei prodigi nel corpo, dentro e fuori e ogni parte funziona in relazione al tutto. Il progettista è stato semplicemente geniale. Siamo dei prodigi, ma nello steso tempo siamo fragilissimi.
Il fegato appunto è importantissimo ed è per questo che le malattie relative al fegato sono gravissime e letali.
Ora capisco perché ci sono diversi modi di dire che si riferiscono al fegato.
Avere fegato per esempio si dice di una persona coraggiosa perché il fegato ha sempre rappresentato il simbolo della forza fisica e della caparbietà. I greci esprimono questa convinzione con il mito di Prometeo che con coraggio rubò il fuoco agli dei e quando venne scoperto venne incatenato alla roccia della montagna. Zeus dispose che ogni giorno un’aquila gigante gli divorasse il fegato. Ogni notte però il suo fegato ricresceva. Il coraggio è come il fegato: si rigenera. C’è un altro modo di dire molto curioso: aver mangiato il fegato di capra. Vorrebbe dire mancare di discrezione, essere chiacchieroni, non saper mantenere un segreto. Non trovo spiegazioni di questo modo di dire, ma lo trovo interessante.
Infine un’espressione molto usata è: rodersi il fegato. Si dice così quando si è molto arrabbiati, o invidiosi di qualcosa. Il verbo “rodere” fa riferimento al fatto che la rabbia genera nel nostro corpo una eccessiva produzione di bile. Anche la bile è importante perché è indispensabile per la digestione ma quando è troppa provoca acidità; anche gli antichi pensavano che la troppa produzione di bile rendesse le persone irascibili, arrabbiate. Rodersi il fegato rende proprio l’idea di qualcosa di acido che corrode il fegato.
Il grande poeta Palo Neruda ha scritto “Ode al fegato”.
Del fegato dice: Umile, organizzato amico, lavoratore alacre, lascia che ti dia l’ala del mio canto, il colpo d’aria, l’elevazione della mia ode. (…) Lì dentro tu filtri e riparti, separi e dividi, moltiplichi e lubrifichi, aumenti e riunisci i fili e i grammi della vita, gli ultimi liquori, le intime essenze. (…) Amo la vita: Soddisfami! Lavora! Non fermare il mio canto.
Afferma un noto gastroenterologo: il nostro fegato non si lamenta mai, lo fa solo quando non ne può più. Cerchiamo di non rendergli la vita difficile e conserviamolo il più possibile sano.
Don Roberto
Pubblicato il 8 Marzo 2025
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Storie di fede e Riflessioni