Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Preferisco non saperlo

Chiacchierare per il gusto di chiacchierare è molto pericoloso perché rovina le relazioni, anche se non ce ne rendiamo immediatamente conto. Sarebbe molto meglio tacere piuttosto che chiacchierare solo per il gusto di chiacchierare.

Socrate aveva una grande reputazione di saggezza. Un giorno venne qualcuno a trovare il grande filosofo, e gli disse: “Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico?” – “Un momento”, rispose Socrate, “Prima che me lo racconti, vorrei farti un test, quello dei tre setacci.” – “I tre setacci?” – “Ma sì”, continuò Socrate, “Prima di raccontare ogni cosa sugli altri, è bene prendere il tempo di filtrare ciò che si vorrebbe dire. Lo chiamo il test dei tre setacci. Il primo setaccio è la verità. -Hai verificato se quello che mi dirai è vero?” – “No, ne ho solo sentito parlare.” – “Molto bene. Quindi non sai se è la verità. Continuiamo col secondo setaccio, quello della bontà. – Quello che vuoi dirmi sul mio amico, è qualcosa di buono?” – “Ah no! Al contrario.” – “Dunque”, continuò Socrate, “Vuoi raccontarmi brutte cose su di lui e non sei nemmeno certo che siano vere. Forse puoi ancora passare il test, rimane il terzo setaccio, quello dell’utilità. – È utile che io sappia cosa mi avrebbe fatto questo amico?” – “No, davvero.” – “Allora”, concluse Socrate, “se ciò che volevi raccontarmi non è né vero, né buono, né utile, perché volevi dirmelo? Io preferisco non saperlo e consiglio a te di dimenticarlo”.

Il chiacchiericcio, in tutte le sue forme più o meno moderne, pettegolezzo, gossip, fake news, ecc…, non è facile da evitare, anzi produce un certo piacere, sia per chi lo produce sia per chi lo ascolta. Lo sforzo che dobbiamo fare è lavorare su noi stessi per evitare nel tranello di raccontare cose non vere, non buone e non utili e anche per sostare a lungo nell’ascolto di chi ci racconta cose non filtrate sugli altri. Perché come ci ricorda spesso il Papa il chiacchiericcio è un’arma letale che uccide l’amore, uccide la comunità, uccide la fraternità.

Nella vita di tutti i giorni non è facile definire il vero, il buono e l’utile perché si tratta di concetti astratti. Eppure riusciamo a capire come che le cose che ci raccontiamo possono edificare le persone ed i legami oppure al contrario possono distruggere ed essere molto dannose.

Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? si domandava Gesù a questo proposito. Forse Gesù intende dire che la trave rappresenta il nostro desiderio di proiettare sugli altri le ombre che abitano nel nostro cuore.

Risaniamo i rapporti con gli altri partendo dallo sforzo concreto di evitare il chiacchiericcio, almeno per quanto dipende da noi.

Don Roberto

 



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