Se potessi consigliare un libro ai genitori con figli adolescenti raccomanderei la lettura dell’ultimo libro di Matteo Bussola intitolato “La neve in fondo al mare”.
È il racconto di un papà e della sua storia in relazione al figlio di 16 anni.
A pagina 46 c’è un passaggio che trovo straordinario nella sua realistica delicatezza e umiltà. Racconta che stava un giorno dialogando con lo psicologo di suo figlio e gli raccontava delle difficoltà di comunicazione con il figlio: Non lo capisco più, in pratica non riesco più a parlargli. Perché ogni volta che ci provo lui si ritrae, oppure risponde a monosillabi. Dov’è finito, il mio bambino? Chi è questo mostro che sembra averlo inghiottito? – chiedevo.
Il guaio con i bambini è che crescono, – ha detto lui.
E possono essere crudeli, i bambini che crescono. Ti esasperano, ti evitano, soprattutto quando stanno male, hanno bisogno di te ma non ti vogliono accanto, desiderano la tua presenza ma ti impongono una distanza.
Eh, ma allora che cosa dobbiamo fare?
Vede, l’adolescenza è come una nostalgia: voi rimpiangete l’innocenza della loro infanzia, loro rimpiangono il sentirsi adatti e compresi. È questa la sola cosa che genitori e figli hanno davvero in comune, – ha detto. Questa, e un’altra. E cioè?
– E cioè che adolescente e adulto sono due facce della stessa moneta. Hanno addirittura la medesima radice. Però adulto è un participio passato. Mentre adolescente è un participio presente. Capisce che voglio dire? (…)
E quindi: ecco perché non riesce più a parlare con suo figlio. Perché suo figlio ritiene che lei non abbia nulla di davvero utile da dirgli. E forse, in fondo, mi creda, la parte più difficile del mestiere di genitore è proprio questa. Non servire a niente? Amare chi non si fida più di noi.
In queste parole di Matteo Bussola trovo una grande spinta a proseguire nel difficile compito di educare, soprattutto nel momento in cui i bambini diventano grandicelli, gli anni cioè delle medie, della pre-adolescenza.
Quando il figlio è piccolo preferisce stare dalla stessa parte dell’adulto, “fare squadra” con i genitori, cerca nei genitori degli alleati. Quando entra nella pre-adolescenza il figlio passa dall’altra parte, nella squadra dei coetanei e preferisce fare squadra con loro.
La fiducia per i coetanei diventa quasi totale e cala la fiducia nei genitori. La saggezza dei genitori e di vivere questo passaggio con molta pazienza e continuare ad amare… chi non si fida più di noi. Questo momento passerà!
Don Roberto
Pubblicato il 8 Novembre 2024
in
Storie di fede e Riflessioni