Spesso tendiamo a nascondere il tema della morte ai bambini. Abbiamo paura che loro ne siano segnati dallo spavento. Talvolta trattiamo i bambini come se non sapessero che esiste la morte.
Non ho voluto che mio figlio partecipasse al funerale del nonno, altrimenti si sarebbe spaventato… raccontava una mamma.
Una volta un bambino chiese a sua madre: mamma, se muori, potrai amarmi ancora? Esiste una domanda più grande di questa? I bambini certo che sanno che c’è la morte ed hanno bisogno di sapere che la morte può essere sconfitta. Come affermava il grande scrittore Chesterson: “É impossibile nascondere i draghi dalle favole dei bambini. Essi sanno benissimo che esistono, prima ancora che gliene parliamo. Hanno bisogno che si parli loro di san Giorgio che sconfigge il drago”. La morte fa paura, non solo ai bambini. Per questo abbiamo bisogno di essere rasserenati con la certezza che esiste Qualcuno che è più forte della morte. Non possiamo essere, davanti ai bambini, adulti sprovveduti di risposte sul tema della morte.
Questa è la Pasqua: confidare in Colui che ci ha assicurato di essere più forte della morte e abbandonarci alla sua promessa.
Questa è la gioia della Pasqua: sperimentare che noi aneliamo a risorgere per il dono di Colui che è la vita. Un mistico tedesco del XVII secolo diceva: Se mille volte nascesse Cristo a Betlemme, ma non nascesse in te a nulla vale. Parafrasando quell’espressione potremmo dire: Se mille volte risorgesse Cristo a Gerusalemme, ma non in te, saresti perduto in eterno.
Questa è la novità della Pasqua: “Perché cercate tra i morti Colui che è vivo?”. La morte non perde la sua maschera di tragedia, ma da quella Domenica del sepolcro aperto non esiste più nulla di impossibile. Se sperimentiamo questa radicale novità potremmo essere testimoni della Pasqua fino agli estremi confini della terra, lontano, molto lontano, fino in fondo a noi stessi.
Questo è l’augurio della Pasqua: di vincere la paura per la morte più dolorosa, quella delle persone che amiamo. Non è la nostra morte a farci più paura. Aveva torto lo sprezzante Epicuro quando pensava che la morte non era un problema, perché se ci sono io, la morte non c’è e se c’è la morte io non ci sono. In questo modo ragionerebbe una persona sola e povera d’amore. La morte più dolorosa che dev’essere vinta è la morte di chi amo.
Mamma, se muori, potrai amarmi ancora?
Certo che continuerò ad amarti perché l’amore è più forte della morte e chi è saldamente unito a Cristo, come un tralcio nella vite, non è mai solo e lì la morte non può nulla .
Don Roberto
Pubblicato il 8 Aprile 2023
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Storie di fede e Riflessioni