Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Io sono la risurrezione e la vita

Con la pagina della risurrezione dell’amico Lazzaro si conclude la trilogia che preparava i catecumeni a ricevere il Battesimo. I tre contenuti sono i temi maggiori del Battesimo: l’acqua (la donna samaritana al pozzo, la luce (la guarigione del cieco nato) e la vita (la risurrezione di Lazzaro). L’acqua della salvezza, la luce della fede e la vita eterna.

Il racconto di Lazzaro è straordinario: la prima cosa sorprendente di questo racconto è che Gesù quando apprende la notizia che uno dei suoi migliori amici è malato e sta morendo, non fa nulla. È il mistero dell’apparente silenzio di Dio. È un silenzio assordante quello di Dio di fronte alla morte dell’uomo. Capiremo dopo che il silenzio di Dio è il segno della sua potenza: Gesù è il Signore della storia, del tempo.

Gesù poi dirà: io sono la risurrezione. Cioè la risurrezione non è un’idea teorica, non è un concetto, la risurrezione è Gesù. Credere nella risurrezione vuol dire credere in Gesù. E viceversa. Tutto passa. Noi moriamo, ma chi è aggrappato a Gesù, viene con Lui trasportato oltre la morte, là dove la vita non muore.

Questo brano in secondo luogo ci comunica qual è la concezione di Gesù della morte. «Il nostro amico Lazzaro s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se s’è addormentato, guarirà». Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate

Gesù pensa alla morte come all’addormentarsi. Chi si addormenta spera di risvegliarsi. I pagani chiamavano il luogo dove venivano posti i morti “necropoli”: città dei morti. I cristiani hanno cominciato a chiamarlo “cimitero”, che letteralmente significa dormitorio.

Noi infatti nella messa preghiamo così: Ricordati dei nostri fratelli, che si sono addormentati nella speranza della risurrezione.

Infine: Gesù libera Lazzaro con la forza della sua parola: Vieni fuori grida e scioglie Lazzaro dalle catene tenebrose della morte. È la parola di Gesù che libera l’uomo dalla morte.

Nulla può fermare l’efficacia della sua Parola. Quali saranno stati i sentimenti di Lazzaro quando avrà rivisto il volto di Gesù? Avrà più o meno pensato: questo è proprio un amico che non mi molla. Prima mi ha deluso: stavo male e lui non si è fatto nemmeno vedere. Ora mi mostra che nulla potrà separami dal suo amore. E se Gesù non mi abbandona mai allora io non temo più nulla. Non temo nemmeno la morte.

Ecco il grande dono di Gesù: essere liberati dalla paura della morte. Certo, Lazzaro dopo è morto. Gesù non ci libera dalla morte: essa appartiene alla nostra vita, perché siamo creature finite. Non ci libera dalla morte, ma dalla paura della morte.

La domanda che Gesù rivolge a Maria esige una risposta anche da ciascuno di noi: credi tu questo? Credi che io sono la resurrezione e la vita e che chi crede in me anche se muore, vive? In questi giorni siamo chiamati a contemplare il mistero della morte e della pasqua di Gesù: “Aiutaci Signore a credere nella risurrezione, cioè aiutaci a credere in Te”.

Don Roberto

 



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