Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Grazie Benedetto

Cooperatores Veritatis          

Il motto scelto da Joseph Ratzinger quando divenne Cardinale nel 1977 fu un’espressione della terza lettera di Giovanni: “Cooperatori della verità”. Questo motto potrebbe essere sottoscritto da ogni credente, anzi da ogni uomo di buona volontà. Tuttavia per Ratzinger la verità non è un’idea, né una cosa. La verità è Gesù. Per evitare ogni forma di relativismo per cui ognuno si fa un’idea propria di Gesù, Ratzinger è sempre molto limpido nell’indicare la figura di Gesù custodita e insegnata dalla Chiesa. Siamo cooperatori della verità se prestiamo noi stessi perché Gesù venga conosciuto e accolto.

 

Rimanete saldi nella fede!

Il testamento spirituale di Benedetto XVI è un testo umile, sobrio e chiaro. Si offre alla nostra meditazione come testo di alta spiritualità. Più volte ritorna l’esortazione a rimanere saldi nella fede, a non lasciarsi confondere. Egli sottolinea un aspetto molto bello: afferma che nella sua giovinezza ha appreso dalla sua gente la “bellezza della fede”. Quindi la fede come opportunità meravigliosa della vita e non come una noia o come un peso. La fede come occasione che genera gratitudine e non come uno schema rigido che ingabbia e che ingessa. La fede come luogo vitale nel quale decidere liberamente e saldamente di stare.

 

Teologo

L’aggettivo che con più frequenza è stato accostato a Benedetto è sicuramente “teologo”. Il Papa teologo. O meglio, invertendo l’ordine delle parole, il teologo Papa. Nel senso che teologo lo era prima di diventare Papa ed ha continuato a farlo nel suo pontificato. Teologo rigoroso e chiaro. La sua linea di pensiero è facilmente decifrabile. Si può discutere se condividerla o meno ma sicuramente si conosceva il suo pensiero.

Ultimamente un autore ha descritto così gli ultimi papi: Karol Wojtyla è un Papa da ascoltare, Papa Ratzinger è un Papa da leggere, Papa Francesco è un Papa da toccare. Nel senso che Wojtyla è stato un “personaggio” mediatico, Francesco mostra continuamente la concretezza della fede. Ratzinger è stato poco mediatico, circondato da tiepido apprezzamento, ma senza ombra di dubbio ci ha consegnato discorsi e omelie che si riescono a gustare solo in una meditazione pacata e prolungata. Teologo non solo perché di “professione” ci ha parlato di Dio, ma perché ce lo ha mostrato con il tratto della sua persona, raccolta, profonda, spirituale.

 

Profeta

Nel 1969 così parlò Joseph Ratzinger, poco più che quarantenne, in un ciclo di conferenze radiofoniche. Parlava del futuro della Chiesa e lo faceva con un profondo senso realistico e di libertà. Trovo che queste parole siano una vera profezia.

Diceva Ratzinger: Dalla crisi odierna emergerà una chiesa che avrà perso molto. Diventerà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare molti degli edifici che essa aveva costruito in tempi di prosperità. Man mano che il numero dei suoi fedeli diminuirà, perderà anche molti dei suoi privilegi sociali. Ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la Fede al centro dell’esperienza. Sarà una Chiesa più spirituale, che non si arrogherà un mandato politico flirtando ora con la sinistra e ora con la destra. Sarà povera e diventerà la Chiesa degli indigenti. Rispetto all’epoca precedente, sarà considerata molto di più come una società volontaristica, cui s’accederà solo in base a una decisione libera.

 

Un nonno saggio in casa

Tutti ci siamo più volte chiesti come fosse in realtà il rapporto tra il Papa emerito ed il Papa in carica. Data la situazione storicamente anomala era lecito pensare che i due stili, evidentemente diversi tra loro, potessero generare confronti o conflitti.

Tra fratelli non si parla di sfide. Così ha risposto Papa Francesco a chi voleva mettere uno di fronte all’altro. Penso che i due Papi ci abbiano offerto una grande esempio di fraternità e di amicizia, sia pure nella diversità.

Papa Bergoglio pochi giorni prima che morisse ha detto che Benedetto XVI è il “nonno saggio in casa”. È bello quando in casa c’è un nonno che con la sua esperienza rassicura e indica la via.

Per questi e tanti altri motivi: Grazie Benedetto!

Don Roberto



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