Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Il labirinto

Quando si è in giro in Italia o per il mondo, per vacanza o per turismo, da girovago o da pellegrino, c’è un pensiero che ritorna e che mi rasserena: accorgermi di essere solo un frammento di una lunga storia che esisteva prima di me e che andrà avanti quando io non ci sarò più.

Quante cose si vedono anche solo in pochi giorni.

Con un gruppo di giovani siamo stati in Toscana, cullati da panorami dolcissimi, tuffati in acque fresche, custoditi dall’amicizia, incuriositi da incontri provocanti e immersi in patrimoni artistici e religiosi inestimabili.

Volendo trovare un simbolo che riassuma questi pochi giorni ne scelgo uno che da sempre mi ha affascinato: il labirinto scolpito nella pietra che abbiamo ammirato presso il Duomo di Lucca, Chiesa dedicata a san Martino. È uno dei simboli più affascinanti per rappresentare la vita e il cammino spirituale. Accanto al labirinto c’è un’iscrizione latina che tradotta significa: Questo è il labirinto costruito da Dedalo cretese dal quale nessuno che vi entrò poté uscire eccetto Teseo aiutato dal filo d’Arianna.

L’allegoria mitologica del labirinto ha sempre richiamato il caos della vita e il tentativo dell’uomo di uscire dal caos verso una via di liberazione. La vita è un viaggio nel quale è facile smarrirsi e disorientarsi.

Ma come mai questa allegoria pagana viene posta all’ingresso del Duomo? Mi piace pensare che i cristiani abbiano preso in prestito l’allegoria del labirinto per indicare anche il cammino della fede. Il centro del labirinto è la salvezza e il filo di Arianna è la fede che ci può condurre alla luce del Signore e perciò ci libera dal pericolo di confonderci e di sbagliare strada. Il fedele, durante il suo pellegrinaggio, è così esortato a seguire una via tracciata. Il messaggio nascosto in questo simbolo è quello dunque di seguire la luce della fede per prendere sempre la strada giusta di fronte agli ostacoli e alle avversità.

C’è anche una leggenda che circonda il simbolo del labirinto di Lucca: si racconta che nei tempi antichi i condannati a morte venissero portati di fronte al labirinto di san Martino e, colui che avesse trovato la soluzione del percorso al primo tentativo, avrebbe avuto salva la vita. Cioè: noi non ci salviamo per un colpo di fortuna, ma se seguiamo la luce della fede che ci indica la luce nel cammino.

A volte la vita è proprio un labirinto dal quale ne usciamo solo se aiutati. Un insegnamento antico ma mi pare anche modernissimo.

Don Roberto

 



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