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Il lampionaio

Tra le tante lezioni della straordinaria storia del Piccolo Principe ce n’è una che magari non è tra le principali ma è importantissima. Ed è quella dell’incontro con il “lampionaio” che mette in evidenza il rapporto con il dovere, con le regole, in un mondo in continua evoluzione.

Arrivato in un pianeta inesplorato il Piccolo Principe incontra un uomo che accende e spegne l’unico lampione del suo pianeta. Alla domanda sul perché lo facesse il lampionaio risponde: questi sono gli ordini. Faccio un mestiere terribile. Una volta era ragionevole. Accendevo al mattino e spegnevo alla sera, e avevo il resto del giorno per riposarmi e il resto della notte per dormire…. Ma il pianeta di anno in anno ha girato sempre più in fretta e la consegna non è stata cambiata!.

Il lampionaio è un uomo fedele al suo dovere, ma è amareggiato e triste perché deve continuare ad obbedire alla consegna ricevuta mentre il pianeta gira sempre più in fretta.

Questo personaggio mi ha subito fatto pensare a come spesso siamo incapaci di modificare i nostri schemi e continuiamo a fare quello che abbiamo sempre fatto eseguendo gli ordini in modo del tutto passivo.

Nonostante il Piccolo Principe cerchi di aiutarlo una soluzione creativa, il lampionaio non accetta nessun suggerimento: “Buon giorno”. E spense il suo lampione”.

Morale: il lampionaio è un nevrotico solitario, legato agli ordini ricevuti e per lui non c’è nessun spazio di cambiamento, nessuna relazione per un confronto, nessuna intraprendenza che lo porti a gioire. Lui vive per lavorare e nemmeno si pone la domanda sul senso del suo lavoro.

Il lampionaio è radicato nei suoi schemi e si dimentica che può avere delle aspirazioni, dei desideri. Quando nella vita si fanno delle cose solo “per dovere” necessariamente si è condotti all’insoddisfazione perché la fedeltà senza la gioia uccide ogni entusiasmo e deprime la vita stessa.

Anche in famiglia e in comunità si corre questo rischio. Svolgendo qualunque servizio dobbiamo sempre cercare di salvaguardare le nostre aspirazioni e regalarci, al di là degli ordini ricevuti, momenti di piacere e di felicità. Altrimenti prima o poi il tarlo della frustrazione presenta il suo conto. È possibile essere fedeli e gioiosi nella vita? È possibile svolgere il proprio dovere fino in fondo con entusiasmo e non solo per un ordine che viene da fuori?

Anche la parabola del Padre misericordioso nel Vangelo pone tra le righe la stessa domanda. Da un lato abbiamo un figlio, quello maggiore, che è fedele ma infelice. Dall’altro lato abbiamo un figlio che presume di poter essere felice e si decide per l’infedeltà. C’è una terza via possibile?

Ognuno la deve cercare dentro di se, ricordandoci che le motivazioni più forti in ogni cosa dipendono sempre dall’amore.

Don Roberto



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