Uno degli episodi biblici che mi piacciono di più è senz’altro la scelta e la consacrazione del re Davide.
Il racconto è molto avvincente: il profeta Samuele viene mandato a Betlemme a cercare un nuovo re per Israele e precisamente viene inviato da Iesse che aveva molti figli. Samuele passa in rassegna tutti i figli e quando vede il più piccolo, Davide appunto, lo sceglie e il Signore dice al profeta: è lui, ungilo, non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore.
Davide viene unto, cioè consacrato e in forza di quell’unzione diventa uno strumento nelle mani di Dio e compirà cose prodigiose per il suo popolo tanto da essere ricordato come una delle figure più importanti dell’Antico Testamento. Dalla sua stirpe nascerà Gesù a Betlemme. Tuttavia Davide non era perfetto: non ha conosciuto solo le vette della santità, ma anche gli abissi del peccato.
Mi piace scegliere Davide come modello per cresimandi e suggerire loro alcuni auguri in occasione di questa tappa fondamentale del loro cammino umano e cristiano.
Il primo auguro è che possano fare esperienza che la vera bellezza delle persone risiede nel cuore che è nascosto agli occhi degli uomini.
Certamente Antoine de Saint-Exuperiy quando ha scritto il “Piccolo Principe” aveva in mente il racconto della consacrazione di Davide. Una delle citazioni più famose del Piccolo Principe che contiene la grande lezione dell’intero libro è proprio questa: ‘Non si vede che col cuore. ’essenziale è invisibile agli occhi’. A rendere davvero speciale una persona sono le cose nascoste, quelle che non si vedono: come la linfa per un albero, come lo Spirito Santo per un cristiano. Sarebbe davvero un peccato fermarsi all’apparenza delle persone e delle cose.
Il secondo augurio è di confidare sempre nell’aiuto del Signore più che sulle proprie forze. Non occorre essere perfetti per fare cose prodigiose, occorre invece sentirsi strumenti nelle mani del Signore. Questo credo sia il significato principale dell’Unzione: noi siamo consacrati, cioè apparteniamo al Signore e Lui agisce attraverso di noi quando lo lasciamo fare.
Un ultimo augurio: i doni del Signore non sono per noi solo, ma sono per la comunità. Auguro ai cresimandi di non essere indolenti e di essere generosi e intraprendenti, di avere un cuore grande nel quale ci sia spazio per lasciare entrare tutte le sollecitazioni del mondo che li circonda.
Ovviamente questi auguri li rivolgo non solo ai cresimandi ma a tutti i cresimati, che siamo noi.
Don Roberto
Pubblicato il 14 Maggio 2022
in
Storie di fede e Riflessioni