Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

il sito web della comunità parrocchiale San Giuseppe di Dalmine

Chi è cristiano?

Si fa fatica oggi a capire chi è cristiano. Se si leggono le statistiche la percentuale di chi si riconosce ancora cristiano è sempre piuttosto alta.

Ma dove sono tutti questi cristiani? Molti pensano che i cristiani sono coloro che sono iscritti nei registri della parrocchia, oppure coloro che vanno in chiesa. Altri pensano che non sia necessario andare in chiesa per essere cristiani, ma poi non si capisce che cosa sia davvero necessario.

In questo clima di relativismo spirituale è veramente difficile avere chiaro il quadro della situazione. Senza pensare poi al cinismo di molti commenti del tipo: chi va in chiesa è peggiore di chi non ci va… Molti cristiani poi sono disorientati perché vedono che si può vivere bene anche prescindendo da qualunque partecipazione religiosa.

Anche le tappe principali della vita pare siano svuotate dal senso cristiano della fede. Si, è vero, ci sono ancora delle domande alla chiesa, ma più come colorazione folkloristica che come relazione spirituale. Forse davvero la fede oggi non è più in grado di dare forma alla vita.

A questo proposito ho riletto con interesse una riflessione di Alberto Maggi di qualche anno fa: “Ogni rito, ogni messa, ogni devozione, ogni preghiera che non incida nel rapporto con gli altri, che non aumenti la qualità e l’intensità dell’amore dell’individuo, è pura illusione. Diventa gesto e momento inutile e nocivo. Inutile perché non serve a nulla, e nocivo perché soddisfa solo l’amor proprio. Per sapere se qualcuno è cristiano non si deve guardare quante volte entra in chiesa, ma come si comporta con gli  altri. Quando esce dalla chiesa si vede se è cristiano, non quando vi entra. La comunione con Dio non dipende dal culto ma dal comportamento con gli altri”.

D’altronde il Signore ha sempre denunciato il rischio farisaico di chi saliva al tempio e poi era malvagio nei confronti degli altri. Ma ha anche sempre apprezzato chi traeva la forza per essere sensibile ed amorevole verso i fratelli.

Io non so perché molti cristiani oggi non vanno più in chiesa. So però perché io ci vado. Il motivo è per me riassunto in quella preghiera del messale, che ogni volta prego sottovoce prima di ricevere l’Eucarestia: Signore Gesù Cristo, figlio di Dio vivo, che per volontà del Padre e con l’opera dello Spirito Santo morendo hai dato la vita al mondo, per il Santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue liberami da ogni colpa e da ogni male, fa che sia sempre fedele alla tua legge e non sia mai separato da Te.

Se non andassi in chiesa, anche se sono il primo dei peccatori, sarei peggiore di ciò che sono. Se non celebrassi l’Eucarestia dove potrei imparare a gestire con amore le relazioni con il mio prossimo?

Certo so bene che non posso esaurire la mia relazione con il Signore nella ritualità formale della liturgia, ma questa mi sostiene quando vengono meno il sentimento e la volontà.

Comunque sia condivido in pieno il criterio di valutazione della partecipazione eucaristica: la qualità delle relazioni comunitarie.

Chi è dunque cristiano? Chi è battezzato, certo, perché è abitato dallo Spirito Santo. Da questo punto di vista l’essere cristiano è un dono. Siccome però ogni dono rivela anche un compito allora il cristiano è colui che fa del comando: “amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” un vero principio di vita,

La teologia cattolica riassume questa verità con l’affermazione: Fides quae per charitatem operatur. Cioè: la carità non è un optional per la fede cristiana, ma è la forma autentica e la sostanza stessa della fede.

Essere cristiano è qualcosa di radicalmente diverso dall’essere religioso. L’uomo religioso, alla maniera dei farisei, è colui che pone il suo compiacimento in se stesso per aver eseguito alcune pratiche religiose.

Il cristiano è colui che mette i suoi piedi nelle orme di Gesù, cerca di essere come Lui nel pensare e nell’agire. Dice Gesù: Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.

Don Roberto



in Storie di fede e Riflessioni