Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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La cura

Franco Battiato ci ha lasciato. È stato una delle figure di spicco del panorama della musica italiana, come compositore e come cantautore. Si è anche prodigato nella regia, nella pittura, nella letteratura. Qualcuno l’ha definito “curioso per professione”. Amante del bello, poeta e uomo di grande cultura. Uomo riservato ma anche di grande spirito ironico. Se ne è andato all’improvviso. Nessuno se l’aspettava.

La sua originalità, riconosciuta da un vasto pubblico di estimatori, è stata quella di ricercare, attraverso una combinazione di molteplici stili musicali, una via propositiva per comunicare la bellezza. La sperimentazione come libertà da ogni forma di vincolo.

Il giorno che ci ha lasciato ho provato a chiedere a un po’ di persone: qual è la canzone di Battiato che ti piace di più? Senza esitare la risposta unanime è stata: “La cura”.

In effetti questa canzone è un vero capolavoro della musica italiana. Pur essendo una canzone molto ascoltata ed amata, ognuno, in base a come è e a quello che sente, la interpreta a modo suo. E forse è giusto così.

Qualcuno la interpreta come la canzone sull’amore universale: potrebbero essere parole che l’innamorato rivolge all’amata, il genitore al figlio: c’è un tu indefinito al quale la voce narrante promette di dedicare la propria vita. Un’affettuosa protezione dalle paure, dagli ostacoli, dalle ingiustizie, dalle cadute, dalle ossessioni. Prendersi cura dell’amato avrà il potente effetto di aiutalo a superare i propri limiti.

Qualcuno sostiene che questa canzone sarebbe una “preghiera al contrario”. Non sarebbe l’uomo a rivolgersi a Dio, ma sarebbero parole che Dio rivolge all’uomo, che considera un essere speciale. I doni di questa cura divina sarebbero il silenzio, la pazienza e la conoscenza delle leggi del mondo.

Infine qualcuno interpreta questo testo immaginando che si tratti di parole che ogni persona può rivolgere alla sua coscienza, promettendo a se stesso di prendersi cura di se. La cura di quella parte intima di se senza la quale la vita diventa banale e malata.

Scegliere come ascoltare questo testo non è un’operazione univoca. La sensibilità di ciascuno lo porta ad interpretare, come avviene per ogni poesia, le parole e la musica, secondo quella spinta misteriosa che ci fa essere contemplatori profondi del bello.

La cura è stata scritta nel 1996 da Battiato in collaborazione con il filosofo Manlio Sgalambro. È un testo emblematico perché si manifesta il senso di tutto il percorso artistico e spirituale di Battiato.

Per questo l’ho scelta, senza alcuna fatica, come simbolo delle meravigliose tracce che Battiato ci lascia a perenne memoria della sua ricerca.

Don Roberto



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