Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

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Un piccolo pezzo di Te

Prima di buttar via l’agenda dell’anno passato la sfoglio per cercare di riportare alla memoria gli avvenimenti vissuti. Il rito lo faccio istintivamente ogni anno. Ma quest’anno è stato un movimento rapido e desolante perché per tante settimane non ho trovato che il bianco: spazi vuoti che mi ricordano il lockdown, giorni uguali, vuoti, senza impegni.

Cosa abbiamo da salvare del 2020? Cosa ci porteremo via di buono da un anno che ci ha messo duramente alla prova?

La risposta me la fornisce Etty Hillesum, la geniale ragazza ebrea morta a soli 29 anni ad Auschwitz nel 1943.  Ha scritto un bellissimo “Diario” che comprende soprattutto le sue memorabili lettere.

Il suo Diario racconta la sua evoluzione: lontana da Dio all’inizio Lo trova proprio nel mezzo della crudele follia della Shoah.

In una pagina troviamo queste accorate parole: “Mio Dio, prendimi per mano, ti seguirò da brava, non farò troppa resistenza. Non mi sottrarrò a nessuna delle cose che mi verranno addosso in questa vita, cercherò di accettare tutto e nel modo migliore. Il calore e la sicurezza mi piacciono, ma non mi ribellerò se mi toccherà stare al freddo purché tu mi tenga per mano andrò dappertutto allora, e cercherò di non avere paura. E dovunque mi troverò, io cercherò di irraggiare un po’ di quell’amore, di quel vero amore per gli uomini che mi porto dentro. (…)

Ho il dovere di vivere nel modo migliore e con la massima convinzione, sino all’ultimo respiro: allora il mio successore non dovrà più ricominciare tutto da capo, e con tanta fatica. (…)

Tu non puoi aiutare noi, ma siamo noi a dover aiutare te, e in questo modo aiutiamo noi stessi. L’unica cosa che possiamo salvare in questi tempi, e anche l’unica che veramente conti, è un piccolo pezzo di Te in noi stessi, mio Dio. Forse possiamo anche contribuire a disseppellirti dai cuori di altri uomini”.

Queste parole di Etty mi spronano ad accettare ogni avvenimento cercando di essere migliore. Lei ha vissuto l’esperienza assurda di Auschwitz, eppure nel cuore del buio e del dolore ha saputo far emergere la luce dell’amore. Ha incontrato Dio ed ha sperimentato che quando Lui ci tiene per mano la paura svanisce. Trattengo nel cuore le sue parole per cominciare di buona lena questo nuovo anno.

Tutti attendiamo mesi di rinnovata serenità e una vita senza restrizioni né paure. Comunque vada un pezzo di Dio in noi ci sarà sempre a disseppellire la speranza. Apro la nuova agenda con il desiderio di riempirla di molti impegni che ci riportino ad incontrarci e a costruire insieme nuove opportunità di crescita. Buon anno.

Don Roberto

 



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